RISTORAZIONE
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Mixer
/ MAGGIO 2017
Osservatorio Host
intelligenza in grado di rivoluzionare la preparazione
degli alimenti”.
Per farlo, però, occorre non perdere
di vista l’“effetto famigliarità”.
“La cucina riscopre il territorio e cerca un ‘supporto’
moderno su cui trasferire il messaggio
– commenta
Vittorio Rossetti
, Direzione Commerciale Italia Ho-
tel & Restaurant Division di
Broggi 1818 - Villeroy
& Boch
–
. Piatti e posate diventano il veicolo che
lo chef usa. Per questo ci rinnoviamo e studiamo
nuove texture per l’acciaio e forme emozionali per
il vasellame e la
porcellana.
Lavoriamo su concetti
di satinatura e lavorazioni speciali sull’acciaio e su
decorazioni con i colori di tendenza innovando con-
cetti e strategie”.
“Nel fuoricasa il bianco con variazioni di forma sta
cedendo il passo al colore e alla decorazione –
pun-
tualizza
Bertrand Lecante
, Marketing Manager di
RAK Porcelain Europe
–.
I clienti chiedono nuove
tonalità, grafismi elaborati e materiali dall’aspetto
naturale: ad esempio, stiamo presentando una nuova
linea di porcellana a effetto legno, che ha richiesto
lo sviluppo di innovativi smalti satinati. Questo com-
porta anchemolta innovazione tecnologica, perché le
ceramiche decorate sono più complesse dal punto di
vista della sicurezza alimentare e in particolare della
prevenzione dei graffi”.
Una tendenza notata anche dagli influencer interna-
zionali, come
Dave Turner
, chief evangelist del pre-
stigioso
Tabletop Journal
(USA):
“Cresce il numero
di chef creativi e di ristoratori che cercano di diffe-
renziarsi grazie a una presentazione originale delle
lorocreazioni gastronomicheattraverso il tableware. Il
genio creativo del team di Odd Standard, uno studio
di design e micro-fabbrica di Stavanger, in Norvegia
ha realizzato questo insieme: una ciotola di vetro con
il suo piatto in legno”.
Dalla ceramista londinese
Maham Anjum
arriva un
concettobattezzato semplicemente “BrokenPlates”,
sviluppato incollaborazionecon i rinomati chef
Vineet
e Rashima Bhatia
. Dice Rashima: “
Mi ha sempre in-
teressato l’idea di imperfezione. Abbiamo spiegato a
Maham che per piatti e sottopiatti volevamo oggetti
con bordi non rifiniti, dimensioni non uniformi. Per
me questo è più reale e ‘perfetto’, in un certo senso.”
VINEET BHATIA