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/ LUGLIO/AGOSTO 2017
IL PUNTO
del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani
D
opo l’emanazione del provvedimento cosid-
dettodella “Buona Scuola”
(Leggen. 107/2015),
si registra un positivo impegno da parte di tutti i
soggetti interessati per cogliere tutte le oppor-
tunità e gli obiettivi del nuovo percorso di “Alternanza
Scuola/Lavoro”.
È un argomento delicato, perché tocca i giovani
, con
le complessità e le prudenze che accompagnano il loro
processo di apprendimento e di maturazione, sul quale
gli interessi devono combinarsi con le responsabilità e i
doveri che spettano a tutti – Scuola, Istituzioni, Imprese,
gli stessi Studenti – perché una società forte e sana si
consolida trasmettendo competenze e conoscenze, con i
valori della vita, tra cui quelli del lavoro. Ben venga, quindi,
il progetto di parziale descolarizzazione della formazione,
che aggiunge ai classici programmi didattici, nuovi ingre-
dienti, con buone dosi di lavoro, di esperienze in impresa
o più semplicemente di realtà!
La ragione più importante del cambiamento
sta nella stra-
ordinaria potenzialità educativa alla base dell’esperienza
in azienda, dove lo studente può fertilizzare competenze
tecniche, ma anche apprendere i valori della vita, come l’ub-
bidire ai comandi, il rispetto delle gerarchie e delle regole,
il modo di rapportarsi e stare in gruppo e tante altre cose.
È un percorso dove il sapere, che trasferisce la scuola, si
evolvenel saper fare, che si imparadal lavoro, epoi nel saper
essere, che si costruisce sulle esperienze di vita.
L’alternanza scuola/lavoro non è una novità
, non solo per-
ché sul tema la Ristorazione ha una consolidata storia di
collaborazione con gli Istituti Alberghieri, ma anche perché
èunacaratteristicachehaaccompagnatomoltegenerazioni
di ragazzi, figli di commercianti o esercenti, che da sempre
hannocombinatostudioe lavoro, spessoanchebene, aiutan-
do genitori o familiari nelle loro attività, partendo dai lavori
più modesti e umili, che hanno fortificato il loro carattere e
trasferito insegnamenti di vita fondamentali.
Innanzitutto il saper darevaloreal tempo
, mai da sprecare,
combinandononsenzadifficoltàstudio, lavoroedivertimen-
to, perché non è solo la quantità di tempo che serve a fare
bene le cose, ma anche la qualità e l’intensità dell’impegno.
Stando a contatto con il lavoro si impara anche a dare valore
ai soldi che, se sudati, si rispettano e non si sprecano, anche
perché si dice che “i soldi scappano da chi li maltratta”.
Inoltre, si impara a dare valore anche ai sacrifici, soprattut-
to a quello dei propri genitori, che per consentire ai figli
lo studio o qualche comodità in più rispetto a quella che
hanno avuto loro, si sono rimboccati le maniche, sacrificio
da comprendere, rispettareeonorare con la stessamoneta,
anche nello studio.
Si impara anche ad avere pazienza
, perché il principio che
“il cliente ha sempre ragione”
fortifica la capacità di su-
bire critiche e pretese, a volte anche ingiustificate, ma da
accettare per salvaguardare il patrimonio di clientela ed,
in generale, ad alzare il livello di sopportazione, elemento
utile anche nella vita.
Si capiscono anche le differenze, perché in negozio arriva
di tutto, anche gente che fa fatica a pagare, che sta attenta
nellaspesa, chenei suoiproblemi economicidimostraserietà
e dignità, che sono valori che si percepiscono, si imparano
e maturano la persona.
L’alternanza è, cioè, educazione integrale della persona
e, quindi, un investimento sulla formazione e il futuro dei
nostri giovani, ma anche elemento importante per dare
continuità. prospettiva e qualità anche ai Mestieri.
Seal lavoroaggiungessimoancheunpo’ piùdi sport, avrem-
mo, oltre al rafforzamento fisico, l’allenamento al “saper
perdere” che è certamente un’altra cosa, ma altrettanto
valoriale per la vita!
Alternanza Scuola/Lavoro
per sapere, saper fare, saper essere!