PUBBLIOCO ESERCIZIO
Il vocabolario delle attezzature
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Mixer
/ SETTEMBRE 2017
T
iki
Q
uando si parla di
tiki
nel mondo del
bar tutti pensano subito ai bicchieri
stravaganti dalle mille forme e colori
manon tutti sannocheprimaancora il
tikièunadivinitàpolinesianarealizzataconintagli
emanufatti in pietra dalle sembianze umanoidi.
Come stile di miscelazione il tiki nasce e si svi-
luppa tra gli anni anni ’30 e ’50 e senza dubbio
l’esempiopiù famosodi tiki barèquellodi Ernest
Raymond Beaumont Grant (aka Donn Beach)
che ha aperto il primo nel 1930 su Hollywood
Boulevard a Los Angeles. Il bar era l’ormai fa-
moso Don the Beachcomber e fu decorato con
elementi dal Sud Pacifico. Beach sviluppò una
drink list che ha celebrato i molti stili di rum che
aveva assaggiato nel corso degli anni in ricette
molto segrete elaborate.
Nelmondodel bar, i tiki sono infatti dei bicchieri,
perlopiùinceramica,maancheinplasticaevetro,
che rappresentano per l’appunto queste divi-
nità, ma anche altri elementi tipici delle culture
esotiche oltreoceaniche e caraibiche.
Tra imodelli più conosciuti ci sono totem, teschi,
bamboo, frutta, specie ananas, e, ovviamente,
le divinità diversamente rappresentate e varia-
mente colorate.
I bicchieri tiki riportano subito alla mente spiag-
ge bianche, palme da cocco e mare cristallino,
quindi verrebbe logicopensarechequesti siano
gli ambienti dove più facilmente potremmo
trovarli. Vero, ma non solo.
I tiki drink si diffondono infatti nei locali delle
città e dellemetropoli così grigie e tristi du-
rante le stagioni fredde ma dalle quali non
Questa rubrica è a cura
di RG commerciale.
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