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Mixer

/ OTTOBRE 2017

IL PUNTO

del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani

N

on mi ritengo un grande esperto di turismo

,

perché per diventarlo è necessario avere viaggiato

e sperimentato molti posti, e per chi fa del lavoro,

con le relative responsabilità, il fulcro della propria

vita, non sempre è facile combinare attività e distrazioni

turistiche. Ciò nonostante, ho comunque dato il mio contri-

buto alle compagnie aeree e il mio lavoro mi ha offerto tante

occasioni di studio, che mi permettono di comprendere,

giudicare e confrontare il livello dell’offerta che ho ricevuto

nei posti che ho visitato, arrivando alla conclusione che l’Italia

merita ancora un ruolo di vertice nel ranking internazionale,

nonostante le debolezze, i limiti e gli ampi spazi di miglio-

ramento, sui quali lavorare.

È ovviamente un giudizio di parte, non solo per la targa,

ma anche perché il giudizio è condizionato dalla qualità del

cibo, che costituisce per me un elemento imprescindibile

nella valutazione di merito.

Al mondo esistono ovunque bellezze

– monumentali, mu-

seali, culturali, paesaggistiche, ambientali – che meritano

di essere visitate, spesso tutelate, valorizzate, promosse,

gestite anche meglio rispetto alle nostre, ma la differenza,

oltre al clima, la fanno la cultura dell’accoglienza e la buona

cucina italiana.

Per cultura dell’accoglienza intendo la capacità di saper

mettere gli ospiti sempre a proprio agio

, offrendo servizi

e prezzi qualificati e giusti, partendo dalla professionalità,

valorizzata dalla cordialità e dalla semplicità, che hanno nel

sorriso l’impronta, che trovo unica e diffusa in tutto il nostro

sistema turistico, ancorato spesso su piccole emedie aziende,

nelle quali la famiglia è l’elemento trainante, che ha raffor-

zato un circuito virtuoso che ha saputo trasferire negli anni

l’importanza del rapporto con il cliente, patrimonio primario

per qualsiasi impresa, da accogliere e servire con le migliori

attenzioni, investendo anche nel calore del rapporto umano,

elemento premiante dell’offerta italiana.

Con il calore umano ci vuole certamente anche il resto

,

che non è cosa da poco, che però arriva spesso come logica

conseguenza di una sensibilità umana, che si traduce in sen-

sibilità imprenditoriale, capace cioè di anticipare le esigenze

del cliente, sfruttando ogni opportunità per sviluppare e

migliorare la propria attività.

Sulla Cucina, secondo elemento caratterizzante la nostra

offerta

, è facile spiegare meriti e valori, anche perché argo-

mento approfondito e conosciuto.

La differenza, però, è fatta non solo dalla varietà e qualità

delle materie prime, e delle ricette con le quali vengono

manipolate, ma soprattutto dal grande numero di bravi ope-

ratori che le sanno lavorare e somministrare, in posti spesso

improbabili, come insenature difficilmente accessibili, borghi

decentrati o sperduti rifugi in montagna.

Sono competenze e qualità che nascono dalla nostra tradi-

zione, che ha saputo trasformare i prodotti disponibili con

ricette semplici, probabilmente anche difficili da sbagliare,

visto l’alto generalizzato livello qualitativo.

Così si spiega perché luoghi quasi introvabili siano diventati

meta ricercata

dai turisti che visitano il nostro Paese, che

ricercano e apprezzano semplicità, genuinità, salubrità e va-

rietà della nostra Cucina, offerta con la cordialità coltivata

sull’intelligenza e anche sul bisogno di molti operatori, che

hanno superato le nostre inefficienze o le carenze strutturali,

compensando, cioè, con il lavoro, la genialità e l’intrapren-

denza i molti svantaggi competitivi.

È ancora e sempre l’Uomo, cioè, che fa la differenza

, con

le motivazioni che sa recuperare anche nelle difficoltà e che

spiegano il successo della nostra ristorazione, dei nostri sta-

bilimenti balneari, e di tante altre attività turistiche.

Inparticolare, l’italiano, spesso fuorimoda, costituisce a tavola

ancora la lingua di riferimento, che si capisce anche senza

bisogno di interpreti, perché di solito parla… il piatto!

L’italiano:

lingua madre a tavola!