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Mixer
/ DICEMBRE/GENNAIO 2018
PUBBLICO ESERCIZIO
Caffè
OGNI TORREFATTORE PUÒ
DARE GARANZIA SULLA
SOSTENIBILITÀ DELLA SUA
FILIERA RIVOLGENDOSI
A UN “ENTE A MARCHIO”
COME FAIRTRADE, O
INTRAPRENDERE LA
STRADA “NO LOGO”
ACCOSTANDO LE
CERTIFICAZIONI ISO A
UNA SERIE DI STANDARD
ADOTTATI SU BASE
VOLONTARIA E CON
IL RICONOSCIMENTO
DI UN ENTE TERZO
SPECIALIZZATO: COME
HA FATTO ILLYCAFFÈ,
CHE OGGI RAPPRESENTA
UN CASO DI SCUOLA
di Marco Oltrona Visconti
Le vie della
certificazione
caffeicola
Q
uali i sistemi di certificazione del
caffè crudo o in generale di pro-
dotto impiegati da illycaffè?
La qualità della filiera di illycaffè –
spiega
Giovanna Gregori, Corporate Repu-
tation and Sustainability Direct illycaffè
– è
garantita dall’adozione di una serie di impor-
tanti certificazioni e standard volontari nazio-
nali e internazionali, dalla ISO 9001, alla Cer-
tificazione di conformità di prodotto
Qualitè
France
, a quella di gestione ambientale ISO
14001 ed
Emas
. Così di fatto illycaffè è stata la
prima azienda del settore in Europa a ricevere
la certificazioneper il sistemadi gestionedella
qualità. Inoltre dal 2011 ha certificato il proprio modello di
gestione della catena di fornitura del caffè verde secondo
lo standard
Responsible Supply Chain Process – RSCP –
,
sviluppato da
DNVGL
, ente internazionale certificatore indi-
pendente che, per lo sviluppo dello standard, ha preso come
modelloproprio lacatenadi fornituradi illycaffe. Poi il sistema
è stato integrato con le linee guida emergenti in tema di
sostenibilità e responsabilità d’impresa con gli standard per
le attività di certificazione e di accreditamento. Un cambio
di prospettiva rispetto ad altre attestazioni: qui è l’azienda a
essere certificata come sostenibile nel suo complesso, non
solo lagestionespecificadei processi di approvvigionamento.
COLTIVATORE DI ILLYCAFFÈ
GIOVANNA GREGORI – CORPORATE
REPUTATION AND SUSTAINABILITY
DIRECT ILLYCAFFÈ