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Mixer

/ FEBBRAIO 2018

IN PRIMO PIANO

Trend dall’estero

L

a scorsa estate ho deciso di passare le mie ferie ne-

gli Stati Uniti dopo un decennio che marcavo visita,

nonostante i buoni propositi di tornarci. Si sa come

vanno certe cose: lavoro, famiglia, figli piccoli e gli

anni che volano via. Ma alla fine questa volta, in una pigra

serata di giugno, mi sono deciso: tre biglietti e via!

La Florida, Miami, le Keys, Naples, Orlando, Cape Canaveral,

Palm Beach…Ci sono tornato con la curiosità di sempre, ma

anche – visto il lavoro che faccio da poco – con un occhio

maggiormenteattentoallaristorazione, acosabolle inpentola

nellecucineamericane, ai gusti nuovi, agli esempi interessanti

per i nostri imprenditori. Pescare qualche informazione di

vita vissutami piace, alla teoria ho semprepreferito lapratica,

all’aria purificata dei salotti buoni la polvere della periferia e,

perché no, il caos delle cucine. Ne sono uscito con qualche

migliaiodi chilometri sulle spallema anche con unamaggiore

consapevolezza di dove il mercato stia andando.

LE CATENE DI RISTORAZIONE USA

Non credodi esagerare, negli USA–oper lomenonellaparte

che ho visto, fatta di grandi città come Miami e di piccole

località rurali e sconosciute – i ristoranti a tradizione familiare

sono ulteriormente diminuiti sparendo quasi del tutto. Resi-

ste qualche sparuto eroe, per lo più specializzato in cucina

etnica, ma l’impressione netta è quella di un mercato quasi

esclusivamenteoccupatodallecateneedaunagestionemolto

finanziaria. Non è un male in sé, anzi la standardizzazione del

food rassicura i più, ma nella stragrande maggioranza dei

casi, si è persa una qualsiasi personalizzazione dell’offerta e

del territorio. Anche il servizio, molto professionale, risulta in

media molto più “artificiale”, freddo e senza quella capacità

tuttamediterranea di entrare in empatia con il cliente.Manca

l’orgoglio per la propria unica capacità, vera o presunta che

sia, di trasformare la materia prima in un qualcosa di espe-

rienziale, in un’emozione da trasmettere e da far ricordare.

L’EDUCAZIONE ALIMENTARE

Mi chiedo quanto pesi la difficoltà di parte della ristorazione

commerciale americana di dare e proporre una cucina più

sana, sui disturbi alimentari che riguardano una buona parte

della popolazione locale. Certo che se il modello proposto

è per lo più basato su prodotti industriali processati, spesso

fritti, si possono immaginare i risultati nelle scelte di dieta

domestica e sul proliferare di malattie come il diabete (la

Stati Uniti

On the road

ALCUNE RIFLESSIONI SU COME STA CAMBIANDO IL MONDO DELLA RISTORAZIONE

A STELLE E STRISCE NEL RACCONTO DEL DIRETTORE DI FIPE

DI RITORNO DA UN VIAGGIO CHE GLI HA PERMESSO DI VEDERE COI PROPRI OCCHI

LE TENDENZE IN ATTO NEGLI USA

di Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe