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OTT. NOV. 2014

46

A

ssistiamo all’esplosione

del fenomeno della birra

artigianale. In ogni ango-

lo d’Italia, nasconomicro

birrifici e brewpup, che non solo ven-

dono birra al consumo alla spina,

ma producono e distribuiscono birra

imbottigliata nel mondo dell’hore-

ca. Da pochi birrai degli anni ’90, il

numero dei micro birrifici si aggira

sulle 600 realtà.

Ciò ha fatto sì che sia comune sia

nelle pizzerie, ma anche nei risto-

ranti, trovare delle vere e proprie

carte delle birre dove a fianco di

quelle classiche si possono scoprire

etichette artigianali.

LA DEFINIZIONE DI BIRRA AR-

TIGIANALE

non è facile, non esi-

stono infatti linee guida ufficiali che

stabiliscano la denominazione. La

prima idea è quella di opporla alla

“birra industriale”, prodotta dalle

multinazionali del settore.

In generale la birra artigianale non

è pastorizzata e senza aggiunta di

conservanti, prodotta con elementi

di prima scelta.

Quello delle birre artigianali è però

un universo oggi molto eterogeneo.

Esistono chiare leggere che si adatta-

no a un aperitivo e chiare alcoliche e

complesse per un dopo cena. Come

anche ambrate dolci e piene e altre

estremamente fruttate e acide.

Si trovano scure con note di caffè

e cioccolato e altre con un gusto di

caramello.

La nuova tendenza dei mastri birrai

è quella di caratterizzare la propria

birra, cioè riscontrare all’assaggio

un “non-so-che” capace di renderla

diversa da tutte le altre e permetterle

quindi di distinguersi dai clienti.

La variabilità della gradazione èmol-

to ampia, chiaramente in linea di

massima birre meno alcoliche sono

più indicate per un aperitivo, men-

tre quelle più forti possono essere

consumate in un dopocena.

LA BOTTIGLIA VALORIZZA

maggiormente gli stili birrari, che

richiedono tempi di maturazione e

affinamento più lunghi e che hanno

un contenuto alcolico maggiore.

Per ogni tipologia di birra esiste

un suo bicchiere, la forma spesso

influenza le caratteristiche organo-

lettiche della birra. Le weizen tede-

sche ad esempio vengono servite in

bicchieri alti e svasati in cima, per

valorizzare l’intensità aromatica e la

schiuma abbondante. Le forti birre

belghe utilizzano ampi calici, coppe

e balloon, perché spesso sono birre

da “meditazione”, da bere lentamente

come un brandy. Le pils utilizzano

bicchieri fini e slanciati, che eviden-

ziano il perlage e l’eleganza di queste

birre. Le blanche belghe ricorrono

a bicchieri tozzi e pesanti, perché

erano birre intese sostanzialmente

per dissetarsi nei periodi più caldi.

Le birre artigianali, come il vino, si

conservano in luoghi freschi, impor-

tante è evitare luoghi illuminati e con

temperature troppo alte. Le bottiglie

vanno mantenute in verticale.

È il fenomeno del

momento in grande

crescita, che sta

entrando come

alternativa nelle

liste di pizzerie

e ristoranti.

Scopriamone

alcune

IN TAVOLA

Birra, l’alternativa

artigianale

DI GUIDO MONTALDO