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GIU. LUG. 2017

43

par. a Reg. UE1169/2011

oltre a non essere tecnolo-

gicamente e microbiologi-

camente corretta”.

Igiene sanitaria

Secondo questomodo erra-

to di inquadrare la materia,

lafermentazionespontanea

dovrebbe quindi sostituire

in toto i lieviti. Ma sempre

la dottoressa Lauri denun-

cia: “La fermentazione, af-

fidata ai microrganismi na-

turalmente presenti come

contaminanti nelle materie

prime, lieviti inclusi, non

garantisce assolutamente la

sicurezza igienico sanitaria,

soprattuttonelle condizioni

artigianali e casalinghe, in

quanto la gestione incon-

trollata artigianale delle fasi

iniziali di queste soluzioni

zuccherine, contenenti un

pool molto eterogeneo di

microrganismi, può porta-

re a situazioni microbiolo-

giche pericolose, perché le

condizioni adottate entro i

primi 10 - 15 giorni non ne

permettono la sicurezza so-

prattutto per mancanza di

stabilità della coltura.

A ciò si aggiunga tutta la

vasta gamma dei patogeni,

tossine, spore, ecc., di cui

nessuno può escludere a

priori l’assenza. Tra questi,

S. aureus, Salmonella, En-

terobacteriaceae, Bacillus

spp, spore di Clostridium,

Lysteria monocytogenes,

Pseudomonas, Shigella, lar-

ve d’insetti, oltre a tossine

mortali prodotte da muffe

del genere Aspergillus, Fu-

sarium, ecc.”.

si cela dietro questo nuovo

sistema di lievitazione”.

In più, dire che un prodot-

to della panificazione è

“senza lievito”, è scorretto.

La lievitazione è dovuta a

un microrganismo (s. ce-

revisiae) che oramai per-

vade completamente gli

ambienti utilizzati tradi-

zionalmente per realizzare

impasti e la sua presenza è

imprescindibile.

Come spiega poi la dotto-

ressa Simona Lauri, Tecno-

logoAlimentare iscrittoOr-

dine Tecnologi Alimentari

Lombardia e Liguria OTA,

nella sua “lezione numero

20 di Arte bianca”, dal tito-

lo: “Prodotto finale, altera-

zioni e bombaggi: tutto di-

pende dai microrganismi”

pubblicata sul sito Quoti-

diemagazine.it

(www.quo-

tidiemagazine.it)

.

Pane senza lievito

“Il lievito è un ingrediente

fondamentale nello speci-

fico settore (art.14 Legge

580/67 e l’art2 comma 2

par f Reg. CE 1169/2011)

e pertanto la dicitura ‘Pane

senza lievito’,non risulta le-

cita, non solo per le citate

leggi che da sole potrebbe-

ro bastare, ma in violazio-

ne anche dei seguenti arti-

coli: premessa 16 Reg CE

1924/2006,art.3,art.4,art.7

comma b, art. 36 comma 2

La moda pericolosa del pane a “lievito free”

Ma perché si è arrivati al punto di trovare in commercio questi prodotti

fermentanti “fatti in casa” o in maniera artigianale? Gli esperti danno la

colpa alla moda del “pane senza lievito”, una pratica diffusa nella falsa

concezione di alimentazione salutista, ipo-calorica e biologica.

Oltre alla vendita di questi “principi fermentanti” fatti in casa (anche

on-line), vengono tenuti corsi utili alla loro preparazione. Si tratta di

“iniziative criminali” secondo gli esperti, perché proponendo queste

teorie senza alcuna cognizione di microbiologia o igiene alimentare,

il rischio di fare danni è molto elevato. “Chi insegna e divulga ‘l’arte’

degli ‘impasti senza lievito - spiega sempre la dottoressa Simona Lauri

nel suo intervento su

Quotidiemagazine.it

- partono da colture che

spontaneamente si sviluppano in una soluzione di acqua e zucchero

condotte appunto spontaneamente, in laboratori non adeguati e da

soggetti che non hanno alcuna formazione microbiologica specifica.

Appunto “spontanee” senza controllo alcuno! Qualsiasi, e ribadisco

qualsiasi, microrganismo (patogeni compresi) si può sviluppare

in queste acque zuccherine (quale miglior terreno colturale per i

microrganismi?). Inoltre, la cottura del pane, della pizza o focacce a

temperature molto alte e per pochissimo tempo lascia l’impasto al

centro crudo non garantendo assolutamente la sicurezza igienica.

L’utilizzo di questi impasti/acque in fermentazione libera ed

incontrollata è rischioso da un punto di vista igienico e soprattutto

implica la presenza sempre di lieviti anche sulla frutta utilizzata e

messa a macerare”.