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03 Agosto 2014

Fipe: per gli italiani in ferie il cibo parla dei luoghi


Fipe: per gli italiani in ferie il cibo parla dei luoghi

Gli ultimi dati parlano di 28 milioni di italiani che  stanno per partire per le ferie o le hanno già fatte, il 47% della popolazione, per un giro d'affari stimato di  17 miliardi di euro.

Per i consuntivi c'è tempo, ovviamente, ma è indubbio che durante le ferie cambiano i comportamenti delle persone. Soprattutto a tavola. Come? Ce lo dice una ricerca condotta da Fipe-Confcommercio con Format Research, che ha individuato quattro categorie di italiani nel oro rapporto con il cibo quando stanno in vacanza.

Ecco quali sono i ritratti.

La vacanza induce all’esplorazione anche a tavola. Vale ancor di più per i curiosi che considerano il cibo come uno degli aspetti caratterizzanti la cultura dei luoghi visitati. Sono il 38% della popolazione turistica, uomini, hanno più di 45 anni e risiedono al Nord.

Gli spensierati amano la buona cucina; si concedono pranzi e cene in ristoranti per sentirsi coccolati e sono in genere donne sopra i 45 anni residenti anche in questo caso al Nord Italia. Ammontano al 18,1% della popolazione turistica.

Poi, ci sono i parsimoniosi (31,1%) e, manco a dirlo, guardano al portafogli. Il loro pasto ideale è all’insegna del ‘mordi e fuggi’ del fast food e preferiscono dedicare i soldi al divertimento. Sono principalmente giovani, in predominanza uomini, con età inferiore ai 45 anni, residenti al Centro – Sud.

Infine, ci sono gli sregolati, cioè quelli che in vacanza cancellano ogni freno inibitorio anche nell’alimentazione. Niente orari e niente regole. Si mangia quando si può e si mangia tutto ciò che si desidera. A concedersi questo lusso sono donne sotto i 45 anni residenti al Centro - Sud Italia (12,8%).

Abitudini e stili alimentari, assieme al luogo di destinazione, sono state le chiavi per analizzare i comportamenti degli italiani durante questa estate che ancora si fa desiderare. Le diverse tipologie hanno però un comun denominatore: l’italiano in vacanza è concentrato al recupero della propria condizione psicofisica e del proprio equilibrio e modifica lo stile di vita per seguire un modello a lui più salutare.

«I giovani – commenta Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe-Confcommercio –  sono più sregolati e con un’attenzione maggiore al portafoglio. Questo aspetto incide in modo importante sul rapporto tra consumatore ed esercente della ristorazione poiché sono proprio i giovani la fetta di popolazione che risulta più orientata a consumare pasti in ristoranti, pizzerie, tavole calde, e simili.  Gli adulti, al contrario, rappresentano un target più impegnativo per i pubblici esercizi, perché pur incrementando la frequenza durante le vacanze sono disposti a spendere di più ma solo a fronte di un servizio di qualità e di una proposta più gourmand».

Cambiano i ritmi dei pasti
L’alimentazione è una componente importante della vita quotidiana e quando si va in vacanza subisce una variazione nei ritmi e nei riti. Dal punto di vista delle abitudini alimentari, l’Italia è spaccata quasi a metà con un 52,6% più propenso a cambiare. Si riscoprono per esempio le sane abitudini come quella di rispettare la regolarità dei pasti (70%), contrariamente a quanto avviene durante il resto dell’anno, soprattutto nelle grandi aree urbane, quando il pasto principale per molti è rappresentato dalla cena anziché dal pranzo. Anche alla colazione viene data più importanza: uno su quattro dichiara di abbondare nel primo pasto del giorno. Sempre sulle quantità, il 37,5% dichiara di mangiare meno (37,5%) o più leggero (15,2%). Ma c’è anche un 32,4% che dichiara di mangiare di più e sono soprattutto lavoratori e studenti.

In merito ai luoghi dove consumare i pasti, il 50,2% preferisce la casa, il 32,4% ristoranti, pizzerie e altri pubblici esercizi. Ma tra chi ha trascorso o sta trascorrendo la vacanza in casa solo il 15,8% preferisce consumare i pasti fuori casa. Tuttavia, la condizione di turista accresce la propensione a frequentare gli esercizi pubblici. Il 45,3% li frequenta più assiduamente ed il 28,8% anche ma dipende dal tipo di vacanza. In ogni caso, il momento preferito dagli italiani per mangiare fuori è sicuramente quello serale (80%).

«La sera è sicuramente il momento più adatto per rilassarsi in un ristorante – commenta ancora Stoppani – e godersi un finale di giornata per commentare i posti visitati o più semplicemente la giornata trascorsa tra svago e relax. L’obiettivo in vacanza è quello di puntare al riposo e alla disintossicazione alimentare e mentale. Non a caso si tende ad alimentarsi con i prodotti più leggeri e con una dieta equilibrata».

Meno pasta, più alcol
I prodotti preferiti per l’alimentazione sono frutta, verdura e pesce al posto di insaccati, carne e formaggi (presenti in misura minore). La vera sorpresa arriva dal consumo di pasta che – a dispetto della nostra tradizione – in estate viene un po’ snobbata. Un discorso a parte va fatto per l’alcol. Sette su dieci affermano di consumare in vacanza le medesime quantità rispetto alle loro abitudini. Il 19,5% ne consuma un po’ di più e soltanto il 9% dichiara di farne un consumo notevolmente maggiore. Il problema esiste, inutile negarlo. Vino e birra i prodotti con cui prevalentemente si eccede nel consumo. La bevanda alcolica si consuma durante i pasti, principalmente la sera.

Mare sempre in testa, il 20% all'estero
Minori curiosità riguardano, invece, i luoghi di vacanza. Il mare (spiaggia o scogli) continua a essere la principale meta delle vacanze (67%), mentre solo il 16,6% degli italiani preferisce la montagna con le altre destinazioni in coda a collocarsi tutte sotto la soglia del 5%.

Oltre il 20% degli italiani passeranno le vacanze all’estero. Molti sono coloro che rimarranno in luoghi coerenti con la propria residenza (al mare andrà prevalentemente chi vive al sud Italia e nelle isole mentre in montagna andrà prevalentemente chi vive al nord Italia). Un numero molto elevato (47,1%) di italiani trascorreranno il periodo delle proprie vacanze presso una casa di proprietà o presso parenti e amici. Si tratta soprattutto di ultra sessantenni o di giovani fra i 24 e i 35 anni, mentre a scegliere strutture ricettive quali alberghi, bed& breakfast, agriturismo, beauty farm e simili sono principalmente italiani di mezza età con una forbice che si estende dai 35 fino ai 64 anni. Per i giovanissimi fino ai 24 anni la scelta è tra camping o ostelli e case prese in affitto.

TAG: CONSUMI,TENDENZE,MARCO BERETTA

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