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24 Maggio 2024Ci sono anche diversi chef stellati italiani tra gli ambasciatori della carne di manzo irlandese, insignita recentemente della denominazione IGP grazie a pratiche di allevamento tradizionali tramandate di generazione in generazione, bovini allevati all’aperto per un minimo di 220 giorni all’anno e alimentati per almeno il 90% con erba, nonché la tracciabilità, la sostenibilità e il benessere animale.
Riconoscendo lo status IGP all'Irish Grass Fed Beef, che col suo grasso dorato, la polpa color rosso borgogna e una marezzatura ottimale rappresenta un prodotto di eccellenza, la Commissione Europea premia quindi l’esperienza delle aziende agricole locali nella produzione di una carne di qualità, fiore all'occhiello dell'agroalimentare dell'isola nordeuropea.
Prodotta in armonia con la natura, l'Irish Grass Fed Beef può altresì contare sul supporto di oltre 80 chef associati in 8 Paesi (Francia, Italia, Olanda, Svizzera, Germania, Belgio, Svezia ed Emirati Arabi) e riuniti sotto il nome Chefs’ Irish Beef Club (CIBC) i quali conoscono e apprezzano le caratteristiche del prodotto, scegliendo di utilizzarlo nei loro ristoranti.
In occasione dei primi vent’anni del CIBC, i membri del Club si sono riuniti in Irlanda per scoprire in prima persona le novità relative all’IGP. Tra questi lo chef Daniele Repetti del ristorante Nido del Picchio, artefice di una cucina di contaminazione, con pochi elementi nel piatto, prodotti scelti lavorati secondo la tradizione emiliana ma abbinati con creatività.
«A monte c'è una grandissima ricerca delle materie prime che mi ha condotto sull’Isola di Smeraldo - commenta Repetti. Durante questo viaggio ho riscoperto i valori e le caratteristiche della carne bovina irlandese Grass Fed, ora certificata IGP, nonché gli alti standard che ne guidano la produzione e la passione dei farmer. Per questo la scelgo e continuerò a sceglierla per il mio ristorante».
Tra gli ultimi ingressi nel Club, anche gli chef JRE - Jeunes Restaurateurs Italia, Paolo Trippini, Federico Pettenuzzo e Stefano Di Gennaro. Proprio quest'ultimo, pur riconoscendo di essere culinariamente legato alla sua regione d'origine, la Puglia, ammette quanto sia importante aprirsi ad altre realtà e culture gastronomiche.
«In tal senso, il viaggio sull’Isola di Smeraldo mi ha permesso di scoprire un prodotto pregiato, la carne di manzo, e il suo profondo legame con il territorio di origine, proprio come io stesso sono legato al mio», commenta lo chef del ristorante Quintessenza, 1 stella Michelin.
«Qui ho trovato un luogo che sembra creato apposta per l’allevamento: l’erba non manca e ci sono prati a perdita d’occhio. Non solo: c’è una tradizione antichissima di allevamento e non mi ha sorpreso scoprire che tante aziende agricole sono a conduzione familiare, da generazioni. Per questo la carne bovina irlandese Grass Fed ha ottenuto la certificazione IGP, perché è espressione del territorio e della sua cultura, e io la scelgo perché tutto ciò la rende una materia prima di grande pregio che amo servire ai miei ospiti».
GLI CHEF ITALIANI AMBASCIATORI DELLA CARNE BOVINA IRLANDESE
Stefano Arrigoni (Osteria della Brughiera, Villa d’Almé, BG), 1 stella Michelin
Francesco Cassarino (Consulting Chef)
Alberto Canton (Bocon Divino, Camposampiero, PD)
Sara Conforti (LHP Hotel Certaldo, Certaldo, FI)
Stefano Di Gennaro (Quintessenza Ristorante, Trani, BT), 1 stella Michel
Andrea Fusco (Bistrot Roma Luxus, Roma)
Federico Pettenuzzo (La Favellina, Malo, VI), 1 stella Michelin
Daniele Repetti (Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino, PC)
Filippo Saporito (La Leggenda dei Frati, Firenze)
Paolo Trippini (Ristorante Trippini, Civitella del Lago, TR)
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A cura di Matteo Cioffi
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