bevande
10 Dicembre 2020È davvero un mondo intero quello che Compagnia dei Caraibi presenta attraverso Elemento Indigeno, nuovo progetto dell’azienda piemontese. Ancora una volta, la grande ricerca, l’amore per il viaggio, per le differenti culture e per la qualità, la passione e la storia, ne sono la cifra stilistica. Una ricerca che parte dall’uomo, dalla sua cultura, dalla storia e dai gusti, a tutte le latitudini, come accade nel catalogo di spirits premium dell’azienda e in quello Progressive, con cui l’azienda si aprì all’export, offrendo, tra gli altri, una straordinaria selezione di agavi, unica in Europa.
Ora l’azienda presenta il vino come elemento mai scoperto prima. Al centro, sempre l’uomo con le sue diverse culture e con l’energia trasmessa dai luoghi che abita, che influenzano il modo in cui si apprezza l’uva e si fa il vino. Il tutto sintetizzato nel claim del progetto, The World is Wine.
Un concetto che ritroviamo racchiuso anche nell’immaginifico logo del progetto. Una sfera, idealizzazione del chicco d'uva, una piramide, elemento energetico e di scambio, una lingua, che rappresenta l'animale e il suo istinto e che assapora ciò che è nuovo. Infine, l'elemento umano, che gode dell'uva, dell'energia e della scoperta. "Alla base di Elemento Indigeno c'è una componente fortemente etica, sintetizzata in un logo suggestivo che racchiude le caratteristiche del lungo percorso di viaggio che abbiamo intrapreso: l'uva, la terra, le idee, che ne sono l'essenza e quel punto di contatto con il sapore. Ecco che scopriamo così l'Elemento Indigeno, quella singolare peculiarità all'interno della nostra ricerca." racconta Edelberto Baracco, CEO di Compagnia dei Caraibi. Anche questo progetto è caratterizzato dalla responsabilità valoriale ed etica che da sempre guida la visione di Compagnia dei Caraibi e che si manifesta nel profondo rispetto per tutto ciò che è vivo e che ci arricchisce umanamente e culturalmente.
"Affrontiamo un mercato tradizionale, saturo, pieno di competitività, molto diverso dal mondo degli spirits ed è per noi essenziale marcare bene il nostro posizionamento: il mercato italiano è pregno di tradizione nel mondo dell'uva, viviamo in un momento storico in cui ha preso piede il trend dei vini naturali ed entriamo quindi in un universo in cui la conflittualità è preponderante. Elemento Indigeno vuole inserirsi in questo scenario allontanandosi da questa opposizione ed è il motivo per cui gli archetipi che muovono il progetto sono tre: il viaggio, la convivialità, la non conflittualità." continua sempre il CEO.
Un viaggio che non poteva che partire dalla Georgia, dove 9000 anni fa, tra il Caucaso e il Mar Nero, nacque la viticoltura, per scoprire che oggi, il vino georgiano di qualità, realizzato nelle tradizionali anfore di terracotta interrate, e` protagonista di un prepotente ritorno. Una prima tappa che si completa passando dai territori armeni e azeri, per arrivare a conoscere le storie e i sapori dei vini turchi, libanesi e marocchini, lungo la traiettoria in cui la cultura del vino si diffuse, il Mediterraneo. Faranno parte di questo viaggio anche il Tropico del Capricorno, agli estremi dell’Africa e l’Emisfero Australe grazie ai vini eroici di Argentina, Cile e Perù, per ritrovarsi dall’altra parte del mondo, lungo la Rotta Pacifica e poi su, nell’Impero del Sole, dove scoprire i vini di Katsunuma, la cantina simbolo della identità vitivinicola giapponese più profonda.
Dopo aver attraversato gli oceani americani di sabbia e di roccia che proteggono colline e vigneti, a conclusione del viaggio, il ritorno in Italia, dove la cultura del vino ha trovato la sua espressione più alta. Il catalogo di questo progetto è un vero diario di bordo, il diario di Atlante, fogli mobili per una lista di vini destinata a ingrandirsi, all’interno di una copertina in pelle anticata. Un compendio suggestivo, che narra i luoghi, la storia e le persone, strumenti indispensabili per apprezzare e comprendere al meglio gli straordinari vini incontrati durante questo lungo viaggio.
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A cura di Matteo Cioffi
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