I
l sistemadeibuonipastoè
stato messo sotto la lente
d’ingrandimento nel con-
vegno
Aumentare i buo-
ni pasto per aumentare i
consumi
organizzato da An-
seb-FipeconCittadinanzattiva.
Obiettivo portare ancora una
volta all’attenzione della poli-
tica (il convegno si è svolto a
poche settimane dalla presen-
tazione del Def per la Legge di
stabilità 2015) le incongruen-
ze di un sistema che interes-
sa 80 mila imprese private e
pubbliche amministrazioni,
2,5 milioni di lavoratori, 120
mila esercizi convenzionati. E
ha una soglia di deducibilità
fiscale di 5,29 euro, fermo dal
1995.
I PERCHÉ DEL BUONO
PASTO
Molti i valori intrinseci nel
buono pasto. Vi sono quelli
di equità, come ha ricordato
il vicepresidente Fipe Aldo
Cursano: «Rafforzare i bene-
fici fiscali e contributivi sul
servizio sostitutivo di mensa
serve da un lato a ridurre la
pressione fiscale su lavoro e
imprese, dall’altroasostenere i
consumi delle famiglie sempre
più in affanno».
Ci sono i valori in quanto stru-
mentodiwelfaresociale, conla
necessità di allargare la platea
dei fruitori: meno del 20% dei
14 milioni di lavoratori dipen-
denti può contare su questo
servizio. Si fa largo la necessità
di allargare l’accesso ai buoni
pasto anche a precari lavorato-
ri a tempo determinato o part
time, stagisti, in line con i cam-
biamentioccorsinelmondodel
lavoro, dove i contratti atipici
sembrano non considerare la
necessità e i costi della pausa
per il pranzo.
Ci sono anche ragioni di con-
sapevolezza alimentare e di
corretta alimentazione, per
Tina Napoli di Cittadinanzat-
tiva: «La ristorazione in pausa
pranzo costituisce un contesto
privilegiato per favorire scelte
alimentari correttedapartedei
consumatori.Nonsottovalutia-
moilfattochel’Organizzazione
mondiale della Sanità afferma
che un pranzo equilibrato è in
grado di aumentare la produt-
22
Mixer
OTTOBRE 2014
Il ruolo
democratico
del buono
pasto
PORTARE A 7 EURO
LA DEFISCALIZZAZIONE PUÒ FAR
CRESCERE IL PIL DELLO 0,1%.
DIALOGO APERTO
CON IL GOVERNO
DI FABRIZIO GOMARASCA
@gomafab
Pausa pranzo
IN PROFONDITÀ
8 ml
di lavoratori
dipendenti ogni
giorno pranzano
in mensa, al bar,
al ristorante o
direttamente sul
luogo di lavoro
portandosi il
pranzo da casa o
acquistandolo in
esercizi di prossimità.
2,7 mld
Il giro d’affari annuale diretto.
Vengono acquistati da oltre 80mila
aziende e pubbliche amministrazioni,
e vengono utilizzati presso una
rete di circa 120mila esercizi
convenzionati.
2,5 ml
di lavoratori a cui vengono distribuiti I buoni pasto, in Italia.
(*), per un totale di oltre 500 ml di transazioni annue. Si
tratta di circa 1,6 ml di lavoratori nel settore privato e oltre
900mila nel settore pubblico, pari al 40% dei lavoratori che
pranzano fuori casa per lavoro.
(*) Fonte: Elaborazioni ANSEB su dati Databank, 2014