pochi. A risentirne sono spe-
cialmente le spese per l’intrat-
tenimento fuori casa, ridotte
dal 67%degli italiani;maanche
i consumidei cibid’asporto“ta-
gliati” del 10%.
Ad ogni modo qualche ecce-
zione c’è: e riguarda la cucina
(ma esclusivamente in alcune
particolari declinazioni) e la
tecnologia.
Sul fronte food, infatti, sono
solo il salutistico, l’etico, l’et-
nico, il biologico/vegano (per
lo più cucinati e consumati tra
le mura domestiche) a far regi-
strare delle buone performan-
ces. E comunque, la tendenza
generalizzata va in direzione
contraria al fuori casa, ripor-
tandoinaugeiconsumiindoor.
Tanto da rivalutare alla grande
la “schiscetta” di marcovaldia-
na memoria, oggi adottata dal
43% degli italiani. Quanto alla
tecnologia, è il mobile a fare
la parte del leone: il 46% de-
gli italiani utilizza internet in
mobilità per una media di 2
oreal giorno,masonocollegati
in rete in totale per quasi 5
ore al giorno e l’e-commerce è
cresciutodel 20,4%solonell’ul-
timo anno ed è preferito dal
52% dei giovani. Il trend non
è equivocabile: è Internet la
nuova piazza della spesa che
sottrae terreno ai negozi fisi-
ci, anche ai supermercati e ai
discount.
Una passione
duratura
Insomma, che ne è allora
dell’amore per il cibo, vessillo
e orgoglio del Made in Italy?
Beh, nonostante sia inevitabile
fare economia su alcune voci
di spesa (di fatto rispetto al
2007 la variazione dei consu-
mi alimentari si attesta a un
significativo -13%), la cucina
16
mixer
ottobre 2014
resta comunque e sempre l’ar-
gomento preferito per il 44%
degli italiani. E pare proprio
checibo, cucinae ristorazione
svolganounruoloportantean-
che nel futuro dei più giovani:
sono infatti 49 mila gli iscritti
all’aberghieronell’annoscola-
stico in corso.
Un trendspiegabileanche con
l’esplosione della
foodmania
:
il boom di reality, blog e si-
ti di cucina che pare stiano
svolgendo (forse al di là delle
aspettative iniziali) un ruolo
formativo interessante. Se è
vero che i fedelissimi di que-
ste nuove forme di cultura
alimentare, proprio grazie a
questi nuovi apporti, sono
più propensi a cambiare abi-
tudini alimentari. Per esempio
prestando più attenzione alla
provenienza e all’italianità del
cibo acquistato o scegliendo
conmaggiorfrequenzacibibio
o a marchio DOP/IGP.
Qualche consolazione
Eppure, nonostante i 15 punti
di pil andati in fumo, il life-
style italianosembra resistere.
Èquestaunadelleconclusioni-
piùincoraggiantidel rapporto.
Facendo infatti un confronto
tra la tipologia di spesa di un
italiano medio e quella di un
tedesco (e sappiamo tutti che
sul fronte economico i tede-
schi vivono una situazione
ben diversa) noi italiani non
ci smentiamo, confermando
i principali picchi di consu-
mi pro capite in: alberghi e
ristoranti, abbigliamento e
arredamento.E in questa pas-
sione sono coinvolti anche i
turisti stranieri chevengono in
Italiaechehanno incrementa-
to del 65% la propria spesa in
cibi e prodotti alimentari.
M
Economia
IN PROFONDITà
Fonte: A. Moneti, D. Panitini (2013)
Più qualità per chi guarda la cucina in tv
Comportamenti di acqusto e consumo fuori casa di prodotti alimentari degli italiani
negli ultimi 3 anni (risposta multipla): una comparazione tra il totale dei responsabili
di acquisto e gli "appassionati" di cucina
Totale campione
Segue spesso programmi TV e siti internet
Nel fare la spesa
alimentar presta
più attenzione al prezzo
85,1
/
84,9
Va più nei ristoranti
di qualità e di fascia
medio-alta
25,3
/
20,7
Acquista più prodotti
a marchio biologico
51,1
/
40,2
È aumentato il suo
interesse a visitare i luoghi
di origine di vini e
prodotti alimentari
61,2
/
48,4
Acquista più prodotti
a marchio DOP/IGP
62,6
/
55,7
Va meno
al ristorante
61,0
/
63,6
Acquista meno
piatti già pronti
o surgelati
64,1
/
64,3
Passa più tempo
a cucinare
81,1
/
67
È aumentata
la sua conoscenza
sulle caratteristiche
dei prodotti alimentari
86,8
/
77,6
Quando compra
verifica se il prodotto
alimentare è italiano
89,0
/
82,4
Nel fare la spesa
alimentare presta
più attenzione
alla qualità
64,5
/
82,6
