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tività del 20%, è essenziale da
un punto di vista nutrizionale,
psicologico e lavorativo: sal-
tarla significa compromette-
re la produttività per il resto
della giornata e il tempo che
apparentemente si risparmia
si perde».
Valori intrinseci, ma anche
criticità da superare. Ancora
Cursano:«Uncaffènel1995co-
stava 1.200 lire (0,62 euro), og-
gi 0,94 europari aunaumento
del 52%. Tutto sommato la taz-
zina ha mantenuto un profilo
inflazionistico moderato. Un
paninocostava2.500 lire, oggi
2,90 euro. Il pane 3.800 lire/
kg., oggi 2,50. Il biglietto del
tram da 1.000 lire a 1,50 euro,
il quotidiano da 1.400 lire ad
1,40 euro».
In questa rincorsa agli ade-
guamenti, la soglia di defi-
scalizzazione è rimata ferma
a 5,29 euro. Altra criticità, che
sta molto a cuore agli emetti-
tori, il sistema delle gare per il
servizio sostitutivodellamen-
sa: «Salvaguardare il valore
facciale del buono mettendo
argine al malcostume di gare
che anziché creare valore lo
distruggono - ha sottolinea-
to Cursano - è un’altra delle
priorità».
Gli effetti sui
consumi
Su quest’ultimo aspetto una
risposta è arrivata dal Vice
MinistroDelegato, Trasporti e
InfrastruttureRiccardoNenci-
ni (v. a lato),mentre, sul primo,
CarloAlbertoCarnevaleMaffè,
docente di Strategia e Impren-
ditorialità alla Sda Bocconi ha
illustrato i risultati di uno stu-
diosecondocui«ilbuonopasto
è il miglior modo di spendere
per ridare fiato all’economia
in quanto spesa indirizzata ai
servizi interni. Per ogni euro
di aumento del buono pasto
possiamo ottenere fino a 300
milioni di entrate fiscali grazie
all’effetto leva e un aumento
di 1 decimo di Pil». Più nello
specifico, secondo i calcoli di
Carnevale Maffè, per ogni eu-
ro di aumento della soglia di
deducibilitàfiscalesigenerano
da 200 a 330 milioni di gettito
aggiuntivo netto di entrate fi-
scali, da 0,750 a 1,350 miliardi
di valore aggiunto nazionale
e fino allo 0,1% di aumento
strutturale del PIL.
In questa analisi Maffè ha
trovato una sponda forte in
Danilo Barbi, Segretario con-
federaleCgil, cheha aggiunto:
«Il buono pasto va aumentato
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mixer
ottobre 2014
Tre le priorità
da affrontare:
aumento della
deducibilità,
allargamento della
platea dei fruitori,
regolamentazione
delle gare
Gare d’appalto e trasparenza
Verso la fine del ribasso
Il tema delle gare d’appalto è sul tavolo di
Anseb-Fipe da tempo. «Vi sono tante offerte
anomale che vengono tranquillamente
accettate – afferma Aldo Cursano – e
duole rilevare che proprio la pubblica
amministrazione ha fatto da apripista al
sistema di gare che, pur se formalmente
non classificabili come massimo ribasso,
conseguono, di fatto, l’obiettivo di
massimizzare i propri benefici a danno del
sistema delle imprese. Non ci vuole molto
per capire che una gara per l’affidamento
del servizio sostitutivo di mensa non è
omologabile a quella per il servizio di mensa
tout court. Si tratta di due mondi opposti pur
con il medesimo obiettivo: garantire un pasto a
chi lavora».
Non è mancata, nel corso del convegno, la
risposta del Governo. Il Viceminsitro Riccardo
Nencini ha infatti affermato che nella legge
delega sul codice degli appalti, che il Governo
sta scrivendo, saranno contenute norme per
lo snellimento degli oneri documentali e per
la verifica del sistema di parificazione delle
imprese, oltre che un’attenzione particolare
alle Pmi. «Ma soprattutto ci sarà uno stop al
meccanismo dell’offerta più vantaggiosa, che
in Italia, a differenza di altri Paesi europei, non
funziona. Il nuovo codice degli appalti non
solo è improntato a una maggiore trasparenza,
vigilanza e controllo, ma anche alla certezza
che un’opera bandita venga realizzata».
Pausa pranzo
IN PROFONDITà
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