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è ottimo, ovviamente. Ma

attenzione: bisogna padro-

neggiare anche le tecniche

tradizionali per scegliere la

soluzione di cottura migliore

per ogni situazione.

Ai giovani aspiranti chef

dove suggerisci di fare

esperienza oggi?

Dipende dall’obiettivo che ci

si pone. In generale, i Paesi

dove si può imparare di più in

termini di creatività e di tecni-

ca sono, rispettivamente, Spa-

gna e Giappone. Quanto alla

Francia, che per anni è stata

fonte d’ispirazione per la no-

stra alta cucina, ormai èmeno

avanguardistica: penso che

il livello dei cuochi italiani

non sia inferiore a quello dei

cugini d’Oltralpe. Detto que-

sto, il mio consiglio è quello

di apprendere tecniche, pro-

cedimenti e innovazioni per

poi rielaborare il patrimonio

acquisito in chiave personale.

Quanto conta il dolce?

È molto importante: il des-

sert chiude il pasto e deve

quindi lasciare un buon ri-

cordo sotto tutti i punti di

vista, anche a livello estetico.

Oggi il dolce deve essere il

più leggero possibile: limi-

tate grassi, panna, zucchero

e ingredienti che appesanti-

scono. La frutta diventa di

conseguenza protagonista,

ma non basta. Vi suggeri-

sco di giocare sulla scala dei

sapori e sul contrasto tra le

temperature –caldo, freddo,

gelato-. Tenete presente, poi,

che il dolce deve seguire la

filosofia della cucina. Perso-

nalmente, mi avvalgo da un

paio d’anni di un pasticcere

giapponese con cui vige as-

soluta sintonia d’intenti e di

obiettivi.

E veniamo al discorso vino.

Io quando pasteggio preferi-

sco limitarmi a uno odue vini.

Nell’ambito di un ristorante

di alta cucina, però, con un

menù creativo di otto por-

tate suggerisco di proporre

un abbinamento di 4/5 vini:

per il cliente questo tipo di

esperienza rappresenta un

momento di gioia e di di-

vertimento.

Expo 2015 rappresenta

un’occasione di business

per i ristoranti di Milano?

Sicuramente, soprattutto per

chi ha una buona posizione

nelle guide. Speriamo che

non solo i locali siano all’al-

tezza delle aspettative dei

clienti, ma che anche i clienti

non deludano le attese dei

ristoratori.

Qualche idea per incremen-

tare il fatturato?

Organizzare serate a quattro

mani con i colleghi, cene a

tema e degustazioni. Ma non

è sufficiente: oggi per esse-

re vincenti è indispensabile

dedicarsi al food crossing,

ovvero a lezioni di cucina e

alla redazione di libri, non-

ché investire in comunica-

zione e affidarsi a un ufficio

stampa. Quanto investire?

Dipende dal business del

locale. Noi dedichiamo alle

attività di comunicazione do-

dicimila euro all’anno.

M

RISTORAZIONE

Claudio Sadler

La ricetta:

GNOCCHI DI

PATATE FARCITI ALLA

SORRENTINA CON

TARTARE D’ASTICE E

PESTO DI BASILICO

INGREDIENTI

PER 10 PERSONE

Per il pesto di basilico

n. 5 vaschette di basilico

150 g di olio e.v. o

60 g di grana padano

Sale q.b

n. 2 cubetti di ghiaccio

100 g di pinoli e mandorle tostate

Per il ripieno:

300 g di pomodori S. Marzano

maturi

200 g di mozzarella di bufala

Basilico q.b

Olio e.v.o q.b

Per la salsa di pomodoro al

microonde:

100 g di pomodori datterini

n. 2 foglie di basilico

sale q.b

zucchero q.b

olio e.v.o q.b

Per la salsa burrata:

n. 1 burrata

30 g di panna

Sale q.b

Su

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RICETTA

COMPLETA

76

Mixer

NOVEMBRE 2014