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N

on si può sempre

pendere dalle lab-

bra di mentori come

Dushan Zaric. E non

si può sempre pen-

sare che in eterno The Avia-

ry di Chicago detterà legge.

Certo, locali come The Dead

Rabbit di New York o il The

Artesian at the Langham di

Londra fanno ancora il bello

e il cattivo tempo. Ma, si sa,

le variabili e l’estro dei mi-

gliori bartender sono dietro

l’angolo. Nella miscelazione

qualcosa dovrà pur cambiare.

Così, ai guru della mixology,

come Dario Comini, Ago Per-

rone e Luca Picchi, Mixer ha

chiesto dove stia andando la

scienza del mix. Davvero si è

fatto e osato di tutto? E quali

saranno gli ingredienti che ci

accompagneranno nei pros-

simi anni, tra spezie, aromi,

frutta e chimica molecolare?

Le nuove tendenze, le estre-

me sperimentazioni nascono

davvero a Sydney, ad Am-

sterdam o a Tel Aviv?

LA MODERN MIXOLOGY

NON HA PIÙ LIMITI

Dario Comini del Notting-

ham Forest di Milano e bar-

tender di riferimento nel

panorama internazionale ci

racconta la sua versione dei

fatti. «La modern mixology

non ha più confini: sono

stati rotti gli argini che ci

confinavano nel classico e

ora si presenta un futuro

senza limiti. Grazie ai viag-

gi più frequenti e al più ve-

loce scambio di notizie, la

possibilità di provare nuove

tecniche e nuovi ingredienti

è diventata senza limiti».

I cocktail che metterai in

carta nel 2015 sono in fase

di gestazione e sperimen-

tazione?

Certamente. La messa a pun-

to di un drink dura parecchi

mesi, la fase iniziale è l’idea

di base, che poi viene spe-

rimentata sul pubblico at-

traverso la proposta come

drink del giorno. Quindi, nel

periodo successivo, viene

‘sgrossata’ sia la preparazio-

ne che la ricetta affinché il

suo tempo di preparazione

non duri più di un minuto.

Cosa ha caratterizzato il

2014?

Il cocktail favorito dalle mas-

se nel 2014 è ancora sicura-

mente lo spritz, ma nelle sue

diverse varianti. Nel mondo

del cocktail bar di lusso il

Martinez classico e il Saze-

rac sono cresciuti in maniera

esponenziale nelle richieste.

Sentiremo ancora parlare di

zenzero in tutte le sue va-

rianti, come la Galanga, un

sapore molto gradito dagli

italiani.

Ma è tutta una questione

d’istinto il cocktail per-

fetto?

C’è studio e istinto. Uno non

esclude l’altro. L’idea fa scaturi-

re la ricetta in fase embrionale,

poi attraversoquestopercorso

viene perfezionata fino ad ar-

rivare al menù.

Sembra tu non abbia pre-

concetti.

Penso che non esista una

ricetta che non vada bene,

bensì ricette più o meno

adatte a profili differenti.

92

Mixer

NOVEMBRE 2014

OCEANIA, NORD EUROPA E MEDIO ORIENTE HANNO

QUALCOSA DA DIRE NELLA MISCELAZIONE? DOVE

SI STA SPOSTANDO E COSA RISERVA LA MIXOLOGY

DI ALTO PROFILO? TUTTO STA CAMBIANDO ALLA

VELOCITÀ DELLA LUCE. MEGLIO ALLACCIARSI LE

CINTURE E VIAGGIARE. O FARSI GUIDARE DAI

GRANDI MAESTRI ITALIANI

DI RICCARDO SADA

Il Giusto Mix

Bartender

MIXOLOGY

DARIO COMINI