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e prendete spunto per rivi-

sitare in chiave personale il

patrimonio acquisito.

Perché ha i dec iso d i

puntare sul connubio

food&drink?

Ho seguito l’input del cliente,

che oggi chiede tradizione

rivisitata in chiave moderna.

Personalmente, ho notato

una certa insofferenza nei

confronti dei cocktail mo-

lecolari e dell’innovazione

estrema, provocata forse in

parte dall’abbassamento di

formazione media dei bar-

man e inparte dalla tendenza

dei proprietari dei locali a

ridurre i compensi dei bar-

tender, con il risultato di sa-

crificare la qualità.

I tuoi suggerimenti prati-

ci per un corretto abbina-

mento food&drink?

Premessa necessaria: si può

abbinare per stagionalità,

contrasto o per assonanza.

Seguire la stagionalità signi-

fica proporre in primavera

frullati, in estate long drink,

in autunno speziati e in in-

verno preparazioni a base di

creme, whisky o caffè. Quan-

to all’abbinamento per con-

trasto, tenete presente che

i cibi grassi si accompagna-

no meglio a un drink secco,

mentre le pietanze secche

o stagionate si sposano be-

ne con consistenze dense e

corpose. L’abbinamento per

assonanza, infine, si ottiene

giocando su sapori, strutture

e persistenza aromatica si-

mili al fine di rafforzarne il

sapore.

Che ruolo ha la decorazio-

ne?

Per me? Importante, ma solo

se è legata al processo di ab-

binamenti. In questa logica

deve essere commestibile e

in perfetta linea sia con il

food che con il drink. Diver-

samente, mi pare superflua.

NOVEMBRE 2014

Mixer

89

Ci sono diverse

modalità di

abbinamento

food&drink: per

stagionalità, per

contrasto o per

assonanza