Progetti
gestionE e impresa
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mixer
DICEMBRE/GENNAIO 2015
G
li spazi industriali sono luoghi affa-
scinanti che, perduta la funzione pro-
duttiva originale, in epoca contem-
poranea vengono riattivati e riscritti
cambiandone la destinazione d’uso.
Il riuso conservativo e non speculativo ri-
entra in dinamiche sagge di innovazione
intelligente, che mantengono del passato il
fascino e la storia dell’involucro originale
inserendo in queste scatole la contempora-
neità. In che modo? Attraverso la cultura in
ogni sua forma e disciplina…
Questi luoghi ricchi di fascino si trasformano
in atelier, centri sociali, culturali ed economi-
ci. In questa ottica la ristorazione non si fa
perdere l’occasione di creare scenari insoliti
per ristoranti o locali di tendenza. Funzione-
ranno? Probabilmente si, avranno successo:
più lo scenario è insolito e particolare e più
crea emozione nell’utente.
In effetti il termine luogo comprende anche
l’idea di paesaggio e di spazio esperienziale.
Un luogo che lascia un’impronta nella me-
moria è un luogo in cui vale la pena tornare.
Attraverso queste emozioni si crea un lega-
me con il posto: Place Attachment. Questo
investimento affettivo non nasce solo dai
bisogni funzionali dell’utente che vengono
soddisfatti (avevo fame, ho mangiato molto
bene e ho speso anche poco…), ma anche
con attivazioni inconsce di legame empati-
co con il posto. Ci si riconosce in un luogo
per identità personale, oppure si sta bene
e sicuri in uno spazio che ci offre in questo
modo un benessere psicologico. Il livello più
Che cosa accomuna un vittoriano-chic in una segheria,
un bistrot-déco in una fonderia, una galleria d’arte
con cucina nella vecchia centrale elettrica e un
ristorante greco in un vecchio dock sul fiume? Si
chiama place attachement. Ecco che cos’è
di Consuelo Redaelli,Toolskit
I ristoranti rivivono negli
spazi industriali trasformati
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