snack al gelato lo sono molto
meno. In ogni caso oltre l’80%
degli apprezzamenti per il
gelato inteso come alimento
salutare riguardano quello
artigianale. Analizziamo ora
i pareri negativi nei confron-
ti del gelato (confezionato o
artigianale), che globalmen-
te superano di poco il 10%.
Fatto 100 questo 10% di cri-
tiche al gelato, un 20% circa
riguarda il gelato artigianale
considerato poco, o comun-
que meno, igienico di quello
industriale, in alcuni casi i
naviganti arrivano a menzio-
nare il “rischio salmonellosi”;
nel 25% dei pareri invece è il
gelato confezionato ad esse-
re criticato poiché contie-
ne addensanti, stabilizzanti,
emulsionanti, conservanti ed
è preparato utilizzando oli ve-
getali, olio di cocco, burro di
cacao, oli vegetali, lecitina di
soia, mono e di-gliceridi di
acidi grassi, farina di semi,
alginato di sodio, latte reidra-
tato, uova e latte in polvere...
Un aspetto critico
per en-
trambe le tipologie di gelato
è, per gli internauti, la sca-
denza (circa il 40%
dei pareri
negativi): il gelato artigianale
non consente al consumato-
re un controllo della data di
preparazione e il gelato con-
fezionato non prevede sulla
porzione singola la data di
scadenza, presente solo sulla
scatola che contiene tutte le
confezioni. Le mamme criti-
che nei confronti di una delle
due tipologie di gelato sono
equamente ripartite: al
50%
che
sostiene la pericolosità
per i propri figli
dei “com-
ponenti chimici”
del gelato
industriale, si contrappone il
50% di chi sostiene il “pe-
ricolo igiene” derivante da
un laboratorio della gelate-
ria o da un gelataio poco
puliti
. Il sentiment riguar-
do il prezzo premia il gelato
confezionato, ritenuto troppo
elevato solo nel 10% dei pa-
reri intercettati. Gli internauti
invece considerano “buonma
costoso” il gelato artigianale
nell’80% dei pareri.
il packaging
Per quanto riguarda il packa-
ging abbiamo visto come il
gelato sfuso sia giudicato
poco pratico nelle confezioni
da passeggio; le confezioni
del gelato industriale che ri-
scuotono il gradimento mag-
giore in rete sono, in ordine
di preferenza: la cialda (lo
storico “Cornetto”, 30%), lo
stecco (25%, molte citazioni
per il “Magnum”) e la coppet-
ta (20%, molto menzionata la
“Coppa del Nonno”).
Per quanto riguarda il gelato
industriale i motivi che fanno
preferire una referenza all’al-
tra sono (pareri multipli):
80%
il gusto
, come già
visto per il gelato in
generale
70%
la
tipologia
40%
la marca
10%
laconfezione
.Spes-
so, però, la tipologia
di packaging è iden-
tificatacol tipodi ge-
lato (es. i bon bon).
Se finoapoco tempo fa le linee
di gelatoriservateaceliaci, sen-
za glutine, senza colesterolo,
per vegani, senza zucchero, a
basso contenuto calorico, era-
noappannaggiodei produttori
industriali, stando al popolo
del web ora riscuotono un
buon successo le gelaterie che
annoverano nella propria pro-
duzione tali tipologiedi gelato.
L’ambiente del web domesti-
co dove abbiamo incontrato
la maggior parte dei pareri
relativi al gelato è costituito
dal
Social (70%
circa), segui-
to da
Forum (18%)
e
Blog
(17%)
. Insomma èundibattito
che non infiamma gli animi,
condotto non in ambiti dedi-
cati o addirittura specialistici;
del gelato si digita in rete per
passatempo, e questo attenua
i pochi pareri negativi. Analiz-
ziamo rapidamente il profilo
di che scrive in rete suddiviso
per tipologia di gelato.
Per quanto riguarda il gelato
confezionato, è maggiore la
concentrazione di pareri la-
sciati da naviganti nella fascia
16
mixer
aprile 2015
Il giudizio del web
IN PROFONDITà