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Le app social per

trasferire denaro

Poi ci sono le App con wallet

integrato:

Square

e

Payat Ta-

ble

spopolano negli USA. Un

fronte nuovo si è poi aperto

con le App

peer to peer

che

consentono trasferimenti di

denaro tra privati semplice-

mente inviandounmessaggio

al contatto registrato, un po’

come si fa con i messaggi con

WhatsApp

.

Venmo

,

Paym

,

fastacash

sono utili per di-

videre il conto al ristorante

o al bar evitando le penose

giustificazioni dello “scroc-

cone” di turno.

GroupMe

o

Group Pay

, facilitano i paga-

menti “social” creandogruppi

e prelevando da ciascuno la

sua quota. In Italia c’è

Jiffy

:

inserita dapprima nel wallet

(il portafoglio elettronico)

di

Ubi Banca

, ha già stretto

accordi con altre 10 banche.

“Dueutenti della stessa banca

scaricando l’Apppossono tra-

sferirsi denaro via smartpho-

ne da conto a conto” spiega

Romani.

Micro pagamenti una

soluzione c’è

In realtà sonoproprio i piccoli

pagamenti giornalieri come

caffè e cappuccino quelli più

adatti a convincere il cliente

ad usare lo smartphone, per-

ché accorciano i tempi senza

preoccuparsi di resti e mone-

tine. Il pagamentodei biglietti

del tram è già utilizzato da

milioni di persone. Ma c’è il

problema delle commissioni.

“Che non sono più alte che

nel restod’Europama in Italia

non c’è l’abitudine di pagarle”

diceRomani - . Chi ancoranon

ha un Pos potrebbe richie-

dere alla propria banca un

mobile Pos, che di solito ha

condizioni più vantaggiose”

dice Romani. È un’App della

banca con dispositivo di let-

tura carta, ideale in mobilità

(per chioschi, ape car, spin

off sulla spiaggia).

Poi c’è l’evoluzione delle App

peer-to-peer

in

peer-to-busi-

ness

per trasferiredenaronon

solo tra amici ma all’esercen-

te. “Una sorta dimini-bonifici

Sepa che hanno il vantaggio

di coprire tutti i conti europei,

ovvero 400 milioni di utenti.

Ci stiamo lavorando con Jiffy,

con tre requisiti: comoditàper

l’utente, integrazione con il

sistema casse e basso costo”

conclude Romani.

Sepoi l’Appperpagare integra

anche sistemi di fidelizzazio-

ne come offertepersonalizza-

te e raccolte punti (lo fa l’ame-

ricana

LevelUp

ma l’esempio

più fulgido resta

Starbucks

, 7

milioni di pagamenti mobile

a settimana) il vantaggio per

l’esercente è evidente. Nel

Regno Unito non accettare

pagamenti

c-less

è già con-

siderato uno svantaggio per

Bar, ristoranti ed alberghi.

Perché questo vuole il clien-

te. Tra poco inizia Expo e gli

stranieri (americani e asiatici)

se lo aspettano. Ma presto,

scommettiamo, arriveranno

anche gli italiani.

M

aprile 2015

mixer

25

Buoni pasto

i primi

elettronici

I buoni pasto elettronici sono

ormai una realtà (coprono il

7% del totale), fino ad oggi va

detto farraginosa. La buona

notizia è il recentissimo accordo

tra tre big, Sodexo, Qui Group

e Day Ristoservice, che hanno

finalmente firmato un’intesa,

aperta ad altri operatori, per

arrivare al Pos unico per leggere

i buoni pasto elettronici di

diversi emettitori. Ma la prossima

evoluzione sarà inserire il

buono nel wallet (il portafoglio

elettronico) di banche e telcom.

Così anche il buono pasto si

potrà trasmettere con un “tap” del

telefonino.