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economiche sull’acquisto

dei prodotti, visibilità e

occasioni di viaggio.

Londra e Milano a con-

fronto. Che cosa cambia

in termini di mixology?

Londra è una città mul-

tietnica, devi soddisfare

esigenze diverse. Detto

questo, non credo che i

barman italiani debbano

considerarsi inferiori ai

colleghi inglesi. Anzi: a

Londra siamo riconosciu-

ti come degli innovatori e

abbiamo saputo creare una

grande comunità, capace di

fare sistema. Penso a bar-

man come Simone Capora-

le, Agostino Perrone e Luca

Cinalli solo per citarne tre.

Hotel o street bar: che co-

sa cambia per un barman?

Innanzitutto i volumi che,

inevitabilmente, in hotel

sono minori. Di contro,

chi lavora in un albergo

di lusso ha a disposizio-

ne sempre materie prime

eccel lent i, nonché più

tempo per creare cocktail

su misura, ascoltando il

cliente e operando piccole

correzioni pensate ad per-

sonam. Inoltre, è stimo-

lante relazionarsi con una

clientela internazionale.

Per me, la sfida è propor-

re dei signature drink con

prodotti di qualità da cui

emerga, quando possibile,

la mia italianità utilizzan-

do prodotti made in Italy.

Per farla breve, in hotel si

ha la possibilità davvero di

creare cocktail dal taglio

sartoriale, condizione rara

in uno street bar soprat-

tutto se pensiamo ai giorni

di massimo afflusso come

venerdì e sabato sera.

I tuoi suggerimenti per

animare le serate più

spente?

Noi abbiamo deciso di orga-

nizzare corsi di formazione

per i clienti, per insegnare

loro come preparare 4 o 5

drink da assaporare con

gli amici, spiegando storia,

merceologia e tecnica. Può

essere un’opzione da valu-

tare anche per ottenere il

pienone anche all’aperitivo

del lunedì o del martedì,

in genere meno affollato.

Tra i colleghi chi stimi

di più?

Innanzitutto Oscar Qua-

gliarini, primo barman a

proporre l’alta miscelazione

negli street bar milanesi. Lo

apprezzo per la sua appli-

cazione nello studio e per

essere stato d’avanguardia.

Oggi grazie alla diffusio-

ne del web è facile trovare

informazioni, ma già solo

dieci anni fa era invece più

difficile. Poi, ho molta sti-

ma di Stanislav Vadrna per

quello che mi ha insegnato

in fatto d’ospitalità e di tec-

niche. L’anno scorso è stato

mio ospite al Doping Bar:

che esperienza arricchente!

E ancora: ci tengo a men-

zionare Tony Conigliaro per

la capacità di creare drink

unici e innovativi e Luca Pi-

rola per l’organizzazione di

eventi gratuiti come il Gin

Day o il Rum Day, utili per

conoscere tutte le novità di

questi distillati.

M

TONICO DEL

PROFESSORE

INGREDIENTI

1 oz di Vermouth del Professore

classico

1 ½ di oz di Bols Genever

½ oz di sciroppo di vaniglia home

made

¼ oz succo di limone

1 bar-spoon Maraschino

2 gocce di bitter al cioccolato

BICCHIERE: coppetta vintage

PREPARAZIONE: Stir and Strain

(mescolato e filtrato)

GARNISH: zest di limone

LA RICETTA DEL

Su

WWW.MIXERPLANET.COM

LEGGI LA

RICETTA

COMPLETA

Bartender

mixology

82

mixer

aprile 2015