RISTORAZIONE
Nicola Batavia
LO CHEF NICOLA BATAVIA NON HA DUBBI:
«CICCHETTI GOURMET E SERVIZIO ESSENZIALE
SONO IL FUTURO DELLA CUCINA D’AUTORE. E
SONO CONVINTO CHE UNA BUONA STRATEGIA
PER CONNOTARE IN MODO DIVERSO I
RISTORANTI MAINSTREAM SIA DOTARSI DI UN
CORNER DEDICATO AD ASSAGGI DI RICERCA»
TESTO DI NICOLE CAVAZZUTI,
@nicolecavazzuti
FOTO DI PAOLO PICCIOTTO
T
orinese, classe 1966, il patron del ristorante
‘l Birichin
e del più giovane bistrot
The Egg
(aperto l’anno scorso all’interno dello storico
locale ristrutturando l’ormai poco sfruttata sala
destinata alla degustazione di sigari) ha deciso
di trasformare il concept del suo bistrot in un format
replicabile. E per promuovere il suo progetto punta
su Expo e su una innovativa App. Chef olimpico a
«Casa Nike» alle Olimpiadi di Torino 2006, Pechino
2008 e Londra 2012, dall’1 al 31 luglio sarà infatti
ospite del Padiglione delle Biodiversità regionali
con il suo The Egg by Nicola Batavia.
E spiega: «Per
me Expo è un trampolino di lancio. In questi trenta
giorni voglio incuriosire gli investitori stranieri al
format, che è esportabile in franchising e adattabile
su misura. Lo presenterò con una App contenente
un video in 3D e 4D, accessibile scannerizzando il
logo di The Egg. Il video, altamente emozionale, è
in russo, in cinese e in inglese e contiene tutte le
informazioni utili per eventuali investitori. Si parte
dalla storia per arrivare ai rendering dei tre progetti,
a seconda del tipo di spazio a disposizione».
Il 19 marzo scorso il bistrot The Egg a Torino
ha compiuto un anno di vita. Qual è il bilancio?
Ottimo. Non solo attira nuovi clienti ma è apprezzato
anche dagli avventori de ‘l Birichin. E il ritorno eco-
nomico è indiscutibile: ho investito 25 mila e oggi
ho un reddito mensile di 10 mila euro.
Quali sono i punti di forza del bistrot The Egg?
Primo, i cicchetti gourmet, ovvero piccoli assaggi che
L’alta cucina
ora bada al sodo