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L’autore è Consigliere dell’Istituto

Internazionale Assaggiatori

Caffè e Amministratore del

Centro Studi Assaggiatori

www.assaggiatoricaffe.org

U

no spettro si aggira per l’Europa…

Qualcuno di ben più influente di chi

scrive scelse questo incipit per dare il

via a un mutamento epocale su cui gli

storici stanno ancora discutendo oggi.

Prendendo a prestito l’efficacia evocativa di

queste parole, oggi potremmo dire che uno

spettro si aggira nel mondo del caffè ed è

la

tecnocrazia.

Stiamo assistendo in questi anni a un usomas-

siccio di strumenti di misurazione dell’estra-

zione in tazza (e non solo di questa). L’uso del

rifrattometro in particolare è fonte di animate

discussioni. Uscito dai laboratori di chimica è

andato a finire nelle tasche, è proprio il caso

di dirlo, di unamoltitudinedi professionisti del

caffè. Comprare un rifrattometro oggi non dif-

ferisce molto dall’acquisto di uno smartphone

(e non a caso i modelli più avanzati si interfac-

ciano con grande disinvoltura ad app ad hoc).

innamoramenti rischiosi

Qualcuno nel coffee business sembra essersi

spinto un po’ oltre le reali capacità dell’oggetto

che, ricordiamolo, fornisce una misura dell’in-

tensità dell’estrazione basandosi fondamental-

mente sulla lettura dei composti in grado di

polarizzare la luce. Gli enologi usano questo

strumento da tempo e questi signori sono

una casta quasi braminica a cui va riconosciu-

to il merito di avere una formazione tecnica

invidiabile da decenni. Il mondo del caffè vi

è arrivato ben più tardi e se ne è quasi subito

innamorato.

Ed è stato un amore che a qualcuno ha fatto

perdere la testa: quello che è

uno strumento

di misurazione è diventato ben presto un

oracolo

a cui chiedere ardite previsioni sulla

qualità del caffè in tazza.

Uno strumento di

controllodell’estrazione

, e tra l’altroparziale,

si è visto elevare al rango di strumento predit-

tivo. E’ una cotta di alcuni professionisti del

caffè che li haportati a idealizzare il loroamore

per questo piccolo e intrigante strumento. E’

questa la pericolosa deriva tecnocratica di cui

parlavo all’inizio: il rifrattometro non è più un

momento di controllo basato su uno storico di

dati, ma diventa il Google del caffè in grado di

rispondere a qualsiasi domanda. Lo strumento

governa l’uomo e non il contrario.

Ora, ben lungi da un’ottica di luddismo, sem-

pre per stare nel tema di cui all’introduzione,

ritengo che la tecnologia possa aiutarcima non

sostituirci. In questi anni abbiamo pagato un

discretonumerodi fattureal nostro laboratorio

di chimica per le analisi gascromatografiche di

cui ci avvaliamo nella valutazione del caffè. Il

gascromatografo è un amico generoso che a

una domanda semplice risponde con un fiume

di misurazioni, ma mai abbiamo pensato che

avremmo potuto perdere la testa per lui. Ci

è sempre stato chiaro che

ogni tecnologia

ha i suoi limiti nel restituirci la fotografia

della qualità del caffè in tazza ed è fon-

damentalmente stupida

: senza correlazioni

sensoriali è praticamente muta. E lasciatemelo

dire: leggere un numero su un display è molto

più economico che pagare professionisti della

statistica per dare un significato sensoriale a

quel numero (nel limite del possibile).

M

Chi fosse interessato a contattare l’autore può farlo

scrivendo a:

carlo.odello@assaggiatori.com

78

mixer

luglio/agosto 2015

Global Coffee

GLI ESPERTI

La tecnologia aiuta,

ma non è un oracolo

CARLO ODELLO

l’uso degli

strumenti di

misurazione

può aiutarci

ma non può

sostituirci

di carlo odello