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ristorazione

Enoteca Pinchiorri

D

a una semplice enoteca nel centro sto-

rico di Firenze a ristorante tristellato

Michelin, passando per uno sbarco in

Giappone e, soprattutto, per il tocco

francese di

Annie Féolde

. La quale,

insieme al marito

Giorgio

, all’anagrafe

Pin-

chiorri

, da cui il nome del ristorante, hanno

trasformato questo locale in una delle principali

mecche dell’enogastronomia italiana. Abbiamo

chiesto ad Annie qual è stato il segreto di que-

sto successo. E lei ci ha snocciolato una serie

di semplici, ma quasi feroci, accorgimenti che

hanno permesso a questa enoteca di diventare

il punto di riferimento culinario di Firenze.

“Giorgio, mio marito, fu chiamato dai 9 soci

di allora per gestire un locale in un palazzo

rinascimentale di Firenze (Palazzo Jacometti-

Ciofi in via Ghibellina, ndr) e, per differenziarsi

dalle altre enoteche, iniziò a servire vino, di

qualità, al bicchiere. Una rivoluzione per quei

tempi. Anche perché ogni vino veniva spiegato

e commentato ai clienti” dichiara Annie.

Vino di qualità che l’Enoteca Pinchiorri ha

continuano a coltivare; toscano principalmente,

anche se Annie non disdegna qualche buon

champagne o vino francese: “in effetti il mio

background ha contato molto nella crescita

dell’Enoteca” ci spiega Annie, nata a Nizza e

cresciuta in una famiglia di albergatori; “mia

madre ha lavorato tutta la vita al Negresco (il

palace cinque stelle lusso sulla Promenade di

Nizza, ndr) mentre il mio babbo (alla toscana,

ndr) lavorava al Casino di Nizza”. Ma Annie

aveva anche un nonno albergatore proveniente

dalla Polonia, che aveva sposato una donna

svizzera tedesca. Dall’altra linea ecco una non-

na alsaziana sposata con un uomo del centro

della Francia: “ma quando mi dicono che da

noi si mangia bene perché sono francese io mi

arrabbio tantissimo. Facciamo cucina toscana

tradizionale che ho dovuto studiare approfondi-

tamente, perche all’inizio non la capivo” spiega.

Ma ora è un trionfo di gusti locali, con il Cibreo,

ad esempio, con l’utilizzo di creste e bargigli,

serviti con il tuorlo d’uovo. “Usiamo anche i

testicoli del gallo e ricerchiamo i venditori di

Tutto iniziò col vino al bicchiere...

la storia e i segreti

dietro il successo

di un’enoteca

diventata un punto

di riferimento

della ristorazione

italiana

Di alberto vita

foto

StudioQuagli.com

Doppio petto

di piccione con

pisellini alla

menta frittella

di patate e salsa

ai fegatini

uovo affogato in cenere, taleggio, crema di

zucchine e pancetta