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mixer

dicembre/gennaio 2016

I

l mondo dei fast food si mette in discussione. La

sfida è quella di invertire un trend negativo che

vede McDonald’s e compagnia riposizionarsi sul

mercato proprio mentre lo stile di vita sta cam-

biando in favore di un’alimentazione più salubre.

Il paradosso emerge anche sull’asse Usa-Italia: mentre

nel nostro Paese vengono aperte nuove rivendite e

dato il via all’offerta di numerosi nuovi posti di lavoro

(grazie all’iniziativa McItalia Job Tour), negli Stati Uniti

si lamenta l’andamento al ribasso della catena stessa.

“Alla file dei suoi giorni” secondo l’Independent (3000

franchisee gestiscono il 90% della rete: 12.600 punti

vendita, dei 14.000 totali: i 29 franchisee citati dal

quotidiano britannico sono meno dell’1% dei licenzia-

tari, ndr), il colosso capitanato da Steve Eastbrook nel

contempo cerca nuove vie per un definitivo rilancio.

A metà dello scorso mese di giugno già si parlava di

“Crisi McDonald’s” che “chiude più locali di quanti ne

apre” (ben 700 rivendite hanno abbassato la serranda

per la prima volta nelle ultime quattro decadi). Senza

contare che proprio nello stesso periodo, proprio dagli

Usa, è deflagrato come una bomba il primo sciopero a

carattere internazionale dei lavoratori di fast food (con

quelli italiani che hanno incrociato le braccia con un

giorno di ritardo). Le richieste dei lavoratori? Diritti e

migliori condizioni salariali. Dall’Oceania all’America

passando per l’Africa e l’Asia, sino alle iniziative di

Cgil, Cisl e Uil.

Fast food: è rivoluzione

McDonald’s, Kentucky Fried Chicken e Burger King devono fare i conti con nuovi e aggressivi

marchi che, partendo dal basso, vanno alla caccia di risultati in giro per il mondo.

Differenziando un’offerta ormai scontata

di Riccardo Sada

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