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U

n’ottima annata non è solo un film che

ha per protagonisti Russell Crowe e il

vino, ma è anche la definizione che

meglio inquadra l’anno vitivinicolo ap-

pena trascorso. La 2015 oltre ad essere

un’eccellente vendemmia, risulta, sempre per

il nostro paese, una stagione altrettanto bril-

lante in rapporto ai numeri. Con 5,4 miliardi

di euro siamo al primo posto in quanto a vino

esportato. A questo dato si aggiungono altri

primati. Le bollicine nostrane, ad esempio,

se da un lato non hanno lo stesso peso eco-

nomico di quelle transalpine, circa 3 miliardi

di euro a fronte di 990 milioni incassati dalle

effervescenze nostrane, i numeri relativi agli

ettolitri ci tornano a premiare (3 miliardi di

ettolitri rispetto ai 2, scarsi, che si producono

di là dalle Alpi).

RICCHEZZA ITALIANA

Non bisogna leggere il mercato del vino

come fossilizzato attorno ad un dualismo

tra tricolori, Francia e Italia appunto, visto

che altri competitor sono in forte ascesa.

Rimanendo sempre nella categoria bollicine,

il Cava spagnolo sta scalando velocemente la hit

parade del gradimento, anche se la vetta rimane

saldamente in mano italiana. Il merito di questa

leadership è da imputare alla trasversalità che

caratterizza gli spumanti di casa nostra. Se

il Cava rimane praticamente l’unico prodotto

con cui la Spagna affronta il mercato della

bollicina, l’Italia è in grado di offrire una

gamma molto articolata, frutto di incroci tra

stili spumantisitici e vitigni autoctoni differenti.

Tutto questo, supportato da un range di prezzi

molto competitivo, fa sì che sia sempre più

ampio il pubblico che si rivolge alle bollicine di

casa nostra. A queste condizioni favorevoli per

il vino italiano, il nostro paese può aggiungere

per altro un ricco ‘contorno’, caratterizzato da

paesaggi, ospitalità e tradizioni gastronomiche.

INVESTIMENTI STRANIERI

Forse per questo ‘tutto compreso’ sempre

più stranieri, in particolar modo quelli dei

mercati più evoluti e consapevoli, sono

spronati ad investire in aziende italiane.

Questa volta non parlo di etichette, ma di azien-

de vitivinicole vere e proprie. Naturalmente

piuttosto che verso i grandi poli del vino, gli

investitori si stanno rivolgendo a piccole-medie

realtà (in Italia d’altro canto lo spazio non può

vantare le medesime estensioni di Francia o

Spagna), molto spesso collocate in zone di pre-

stigio, su tutte Chianti Classico e Montalcino.

78

Mixer

FEBBRAIO 2016

Il sommelier

GLI ESPERTI

CHIUSO IN BELLEZZA IL 2015,

L’ITALIA DEL VINO PARE PRONTA PER

UN 2016 IN CUI IL SALTO IN AVANTI

RIGUARDERÀ, PROBABILMENTE, PIÙ

LA MENTALITÀ CHE LA QUALITÀ

Luca Gardini

Romagnolo verace,

Luca Gardini inizia

giovanissimo la sua

carriera, divenendo

Sommelier Professionista

nel 2003 a soli 22 anni,

per poi essere incoronato,

già l’anno successivo,

miglior Sommelier d’Italia

e -nel 2010- Miglior

Sommelier del mondo.

Un’ottima

annata