IN EVIDENZA
Non esiste una posizione univoca
in materia di tatuaggi quando si parla
di pubblici esercizi.
Come sottolinea
Lino Stoppani
, presidente della
Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi
, «se
nel caso di discoteche e locali di tendenza questi
elementi estetici possono essere bene accetti,
non altrettanto avviene in locali che si rivolgono
soprattutto a una clientela ‘classica’, che ancora
può ricavare dalla vista di tattoo una sensazione
di disordine. In questi casi la loro presenza rientra
fra quegli elementi valutati in fase di selezione
del personale, al pari del taglio di capelli e barba
o dei piercing». Per Stoppani «un tatuaggio, se
può non essere un problema per un cuoco che
lavora lontano dalla vista del pubblico, certamente
non è ancora universalmente accettato, in
particolare dalla clientela di una certa età e in
determinate tipologie di locali in cui il personale
deve rispondere a criteri estetici tradizionali. Ecco
perché generalmente anche le scuole professionali,
in sede di formazione, sconsigliano ai ragazzi
l’esibizione di tatuaggi e piercing in un contesto
lavorativo».
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Tattoo mania
10
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MARZO 2016