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IN EVIDENZA

Non esiste una posizione univoca

in materia di tatuaggi quando si parla

di pubblici esercizi.

Come sottolinea

Lino Stoppani

, presidente della

Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi

, «se

nel caso di discoteche e locali di tendenza questi

elementi estetici possono essere bene accetti,

non altrettanto avviene in locali che si rivolgono

soprattutto a una clientela ‘classica’, che ancora

può ricavare dalla vista di tattoo una sensazione

di disordine. In questi casi la loro presenza rientra

fra quegli elementi valutati in fase di selezione

del personale, al pari del taglio di capelli e barba

o dei piercing». Per Stoppani «un tatuaggio, se

può non essere un problema per un cuoco che

lavora lontano dalla vista del pubblico, certamente

non è ancora universalmente accettato, in

particolare dalla clientela di una certa età e in

determinate tipologie di locali in cui il personale

deve rispondere a criteri estetici tradizionali. Ecco

perché generalmente anche le scuole professionali,

in sede di formazione, sconsigliano ai ragazzi

l’esibizione di tatuaggi e piercing in un contesto

lavorativo».

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