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MARZO 2016

Mixer

23

V

aligia in mano, molti baristi vogliono scoprire

tutto sul caffè, tanto da prendere un aereo e

affrontare un volo oltreoceano verso i paesi

produttori. L’avventura segue il percorso del

seme di caffè, dalla pianta alla lavorazione, fino

all’assaggio in tazza, in un mondo spesso lontanis-

simo e sconosciuto. È ciò che ha organizzato l’asso-

ciazione di matrice fiorentina

Umami Area

alla fine

dello scorso anno: un viaggio formativo in Honduras,

dedicato agli operatori del settore e agli amanti della

bevanda, per vivere sulla propria pelle il lavoro nelle

piantagioni centroamericane. Tra i tanti partecipanti,

ben 15 baristi hanno colto l’opportunità dell’

Umami

Coffee Campus

per vivere l’esperienza e approfondire

le proprie conoscenze. Durante l’avventura ci sono

state le visite alle cooperative di produttori e alle

piantagioni in cui crescono varie tipologie di coffea,

ma anche tanta pratica con la raccolta delle drupe

(o ciliegie) di caffè nel culmine della maturazione,

i processi di spolpatura, lavaggio e asciugatura dei

chicchi e la loro selezione.

«Venire a contatto con l’intera filiera produttiva del caffè,

eleva il barista al pari di un sommelier del vino», riflette

Andrej Godina

, presidente dell’Umami Area. «Per noi

italiani è molto facile conoscere il vino, la sua storia,

così come visitare un vigneto e una cantina. – dice –

Ecco, lo stesso può avvenire nel mondo del caffè, solo

che è necessario prendere un aereo». Da “addetti all’e-

spresso” possono quindi trasformarsi in “sommelier del

caffè” e diventare professionisti con un background di

conoscenze ed esperienze da trasferire al cliente finale.