MARZO 2016
Mixer
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V
aligia in mano, molti baristi vogliono scoprire
tutto sul caffè, tanto da prendere un aereo e
affrontare un volo oltreoceano verso i paesi
produttori. L’avventura segue il percorso del
seme di caffè, dalla pianta alla lavorazione, fino
all’assaggio in tazza, in un mondo spesso lontanis-
simo e sconosciuto. È ciò che ha organizzato l’asso-
ciazione di matrice fiorentina
Umami Area
alla fine
dello scorso anno: un viaggio formativo in Honduras,
dedicato agli operatori del settore e agli amanti della
bevanda, per vivere sulla propria pelle il lavoro nelle
piantagioni centroamericane. Tra i tanti partecipanti,
ben 15 baristi hanno colto l’opportunità dell’
Umami
Coffee Campus
per vivere l’esperienza e approfondire
le proprie conoscenze. Durante l’avventura ci sono
state le visite alle cooperative di produttori e alle
piantagioni in cui crescono varie tipologie di coffea,
ma anche tanta pratica con la raccolta delle drupe
(o ciliegie) di caffè nel culmine della maturazione,
i processi di spolpatura, lavaggio e asciugatura dei
chicchi e la loro selezione.
«Venire a contatto con l’intera filiera produttiva del caffè,
eleva il barista al pari di un sommelier del vino», riflette
Andrej Godina
, presidente dell’Umami Area. «Per noi
italiani è molto facile conoscere il vino, la sua storia,
così come visitare un vigneto e una cantina. – dice –
Ecco, lo stesso può avvenire nel mondo del caffè, solo
che è necessario prendere un aereo». Da “addetti all’e-
spresso” possono quindi trasformarsi in “sommelier del
caffè” e diventare professionisti con un background di
conoscenze ed esperienze da trasferire al cliente finale.