In Honduras sono riuscita a riconoscere la differenza
tra i diversi metodi di lavorazione di un caffè.
Quando poi ho partecipato a una sessione di cupping,
ho scoperto come questi metodi influiscano
sul risultato in tazza.
Non fai altro che ripeterti: “Ah, ora ho capito!”
PUBBLICO ESERCIZIO
Caffè
24
Mixer
MARZO 2016
UNA QUESTIONE DI CONSAPEVOLEZZA
«Visitare le piantagioni è sempre interessante. Si incontra
un mondo nuovo e completamente diverso».
Enrico
Meschini
, torrefattore e presidente dell’associazione
Caffè Speciali Certificati
, ha intrapreso molti viaggi
nel corso della sua carriera e conosciuto svariate realtà
nei paesi di produzione.
«Per un torrefattore o un barista significa rendersi conto
di ciò che rappresenta quel mondo. Toccare con mano
e vedere con i propri occhi qual è e quant’è il lavoro
che il seme del caffè necessita. È, prima di tutto, una
questione di consapevolezza – prosegueMeschini – poi,
quanto l’esperienza inpiantagione serva allaprofessione
dipende da ciascuno di noi». Insomma, non basta per
diventare esperti ma accresce la consapevolezza e la
conoscenza sul prodotto, contribuendo all’evoluzione
culturale.
IN HONDURAS, A TU PER TU CON I PRODUTTORI
«Chi ha partecipato al campus aveva già seguito percorsi
di formazione sul caffè, anche diversi e più o meno
approfonditi; – racconta Godina – in alcuni casi, c’è
stata la spinta di aziende del settore particolarmente
attente alla qualità, dove la “vecchia generazione” ha
vissuto una o più esperienze nelle terre dei caffè e,
ora, stimola la nuova generazione a fare lo stesso».
Per il barista passare dal banco della caffetteria ai
luoghi in cui nasce, cresce e viene lavorato il chicco,
ha un fascino unico. C’è l’emozione nel dare un morso
al frutto, la drupa che contiene i due semi di caffè,
e nello scoprire un gusto dolce simile a quello della
comune ciliegia. Poi l’incontro con i coltivatori e le
loro famiglie, che accompagnano l’ospite nella loro
quotidianità, spesso difficile.
«Per me il viaggio è stato un’esperienza formativa a