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MARZO 2016

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bisogno della scuola, così la scuola ha bisogno delle

imprese, creando così un modo diverso di fare scuola,

ma anche di fare impresa.

CONOSCENZA ED INNOVAZIONE

La competitività economica delle nostre imprese, infatti,

si gioca sempre più sul terreno della “competizione in-

tellettuale”, che intreccia profondamente conoscenza e

innovazione. Per garantire unamaggiore professionalità

occorre puntare su livelli di istruzione più elevati, ma

anche sull’apertura a esperienze con le imprese. In

questo contesto sono sempre più necessari l’interazione

e il dialogo, in forme non episodiche, tra le imprese,

che per sopravvivere e svilupparsi devono divenire

“laboratori di conoscenza”, e le scuole, tradizionali

“laboratori della conoscenza e della cittadinanza”.

Infatti, una corretta azione educativa richiede che il pro-

getto formativo accompagni lo studente con continuità

nell’acquisizione graduale dei risultati di apprendimento

attesi in termini di conoscenze, abilità e competenze a

conclusione del quinquennio, in modo da prevenire le

difficoltà e le situazioni di criticità che sono, di solito,

la causa principale dell’elevata dispersione scolastica.

A questo fine, il modello della rete tra istituti profes-

sionali per i servizi dell’enogastronomia e dell’ospita-

lità, associazioni datoriali e altri soggetti si è rivelato

finora il più efficace per coinvolgere un’ampia fascia

di destinatari, con interessi e aspettative diversi.

Questa collaborazione facilita inoltre uno scambio di

informazioni continuamente aggiornato sui fabbisogni

professionali e formativi delle imprese, sulle compe-

tenze specifiche richieste e sulle concrete possibilità di

inserimento nel mercato del lavoro, sulle prospettive

di sviluppo delle professioni.

SCUOLA E LAVORO

Una comunicazione organica tra gli istituti professio-

nali e il mondo del lavoro e delle professioni, inoltre,

contribuisce concretamente alla costruzione dell’of-

ferta formativa perché favorisce la partecipazione

attiva delle imprese alla realizzazione di esperienze

formative personalizzate attraverso visite aziendali,

stage, tirocini formativi, alternanza scuola lavoro.

Tali indicazioni sono importanti in particolare per va-

lorizzare il ruolo dell’alternanza, non solo per superare

la separazione tramomento formativo e applicativo, ma

soprattutto per accrescere la motivazione allo studio

e per aiutare i giovani nella scoperta delle vocazioni

personali e nella sperimentazione “sul campo” della

vastità e dell’interconnessione delle conoscenze e delle

competenze necessarie per avere successo nell’attuale

situazione storica.

Va in questo senso la firma di un importante protocollo

di intesa, avvenuta nel febbraio scorso tra la Direzione

Generale del Ministero dell’Istruzione, Università e

Ricerca e la FIPE nella prospettiva di una maggiore

integrazione tra scuola e lavoro.

Attraverso il protocollo il MIUR e la Fipe promuoveran-

no il raccordo ed il confronto tra sistema di istruzione

e formazione professionale e il sistema delle imprese,

al fine di favorire lo sviluppo delle competenze degli

studenti nel settore di riferimento e coniugare le fina-

lità educative con le esigenze del mondo produttivo.

IL DETTAGLIO DELL’ACCORDO

L’intesa raggiunta con la sottoscrizione del protocollo

consentirà infatti di realizzare una serie di iniziati-

ve tra le quali: attività di orientamento; attività di

formazione rivolta ai docenti per rendere i percorsi

formativi quanto più connessi alle mutevoli esigenze

del mercato del lavoro; attività formative rivolte agli

studenti, per sviluppare nei ragazzi le competenze

cosiddette “trasversali”, necessarie per il saper lavorare

(es. il lavoro di gruppo, senso di responsabilità civile

e sociale, imprenditorialità); la costruzione di alleanze

tra i diversi soggetti istituzionali e non; la realizzazio-

ne di tirocini formativi in aziende del settore, visite

aziendali ecc. per favorire l’incontro tra domanda e

offerta di lavoro.

La collaborazione con il MIUR si aggiunge a quella

già instaurata con Re.Na.I.A. nell’ottica di definire i

rapporti tra gli istituti professionali e le Associazioni

territoriali al fine di creare una rete tra i vari soggetti

per diffondere pratiche di alternanza scuola lavoro.

Occorre ora che le imprese, superando anche talune

diffidenze che in passato possono esserci state con il

mondo della scuola, credano in queste nuove oppor-

tunità, avvalendosi del supporto delle associazioni ter-

ritoriali di FIPE Confcommercio affinché il protocollo

possa tradursi in proposte concrete. Ci auguriamo che

anche le istituzioni scolastiche sappiano utilizzare al

meglio i contenuti di questa riforma nella consape-

volezza che solo con le imprese, con un più stretto

raccordo logico tra tipo di impresa e curriculo del

giovane, con un adeguamento dei calendari scolastici

del triennio conclusivo in funzione dell’alternanza

e, quindi, senza una reale disponibilità dei docenti

a riprogrammare corsi e attività, l’alternanza della

Buona Scuola possa diventare un felice esperimento

replicabile su tutto il territorio nazionale.

M