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SPECIALE ACQUA

Idrosommelier e abbinamenti

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Mixer

MARZO 2016

(sembra che le donne tendano a preferire acqua più

dolce e povera di gas mentre gli uomini frizzante e

dal gusto più deciso), la regola generale in materia di

abbinamenti prevede l’accostamento di acque frizzanti

a piatti a base di carne e formaggi, in quanto cibi di

consistenza granulosa. Le acque naturali, invece, si

sposano meglio con pietanze dal gusto più delicato.

Il criterio da seguire nella formulazione degli abbi-

namenti è il rapporto tra effervescenza dell’acqua e

consistenza del cibo: per i piatti “pesanti”e molto con-

diti si consiglia un’acqua più frizzante che ne smorzi e

contrasti l’aspetto grasso; al contrario acque naturali

o “piatte”, come si dice in gergo, sono adatte a gusti

più tenui o dolci.

Ecco che sul pesce a vapore o un antipasto di pesce è

ideale l’abbinamento con un’acqua con residuo fisso

bassissimo, come quella chiamata erroneamente natu-

rale. Mentre le tagliatelle all’uovo, magari con ragù,

ben si sposano con un’acqua più mineralizzata, magari

con una bollicina piccola o medio piccola.

VINO E ACQUA

Il sommelier deve essere in grado di trovare anche il

giusto abbinamento tra le acque e i vini, perché il sapore

delle prime può alterare la degustazione dei secondi.

Secondo

Arno Steguweit

, uno dei più noti idrosomme-

lier europei, a vini bianchi e leggeri si devono accostare

acque frizzanti che aprano le papille gustative, mentre

ai bianchi più acidi si abbinano acque naturali che ad-

dolciscono i tannini. Per quanto riguarda i rossi, ai più

secchi si devono abbinare sempre acque naturali (le

bollicine rompono l’armonia: separando i componenti

creano un effetto disarmonico); per quelli più dolci

l’abbinamento dipende dai gusti personali, in quanto

le bolle marcano molto la sensazione di dolcezza. Co-

me il sommelier di vino, anche quello specializzato in

acqua deve assaggiare, consigliare e servire, e anche

per l’acqua il servizio segue regole precise. Innanzitutto

occorre fare attenzione alla scelta del bicchiere: le na-

turali devono essere servite in calici bassi, le frizzanti

in calici a stelo lungo, per evitare che il calore della

mano possa scaldare il contenuto del bicchiere e quindi

comprometterne le caratteristiche. Per quanto riguarda

la temperatura, le naturali devono essere servite intor-

no ai 12 gradi, mentre le effervescenti a circa 10 gradi.

È assolutamente vietato servire acqua con ghiaccio o

limone: il primo anestetizza le papille gustative, men-

tre il secondo ne compromette pesantemente il gusto.

WATER BAR

Oltre che oggetto di studio e di una professione, l’acqua

è diventata un business vero e proprio. Da qualche

anno, infatti, si è diffusa la moda dei water store, cioè

negozi, o meglio boutique, che offrono acqua per tutti

i gusti, e dei water bar (come il

Bar à Bulles e Chez

Colette a Parigi

), interi locali deputati alla degusta-

zione di questa risorsa che si sorseggia ormai come un

drink. Con il prestigio acquisito dal prodotto, anche

il marketing e il packaging hanno cambiato rotta ade-

guandosi alla nuova percezione. Niente più anonime

bottiglie di vetro o plastica: trattando l’acqua come un

bene di lusso indirizzato a una clientela facoltosa, si è

cominciato a mettere sul mercato bottiglie di cristal-

lo pregiato, dal design raffinato, confezioni firmate

da grandi stilisti o particolarmente ricercate, come la

famosa bottiglia in Swarovski della Bling H

2

O

.

M

Ghiaccio. Sì o no?

No il ghiaccio nel bicchiere non ci va, potrebbe rovinare

il gusto! Evitare l’impiego di ghiaccio nel bicchiere, altera

il gusto e crea una miscela con acqua di altra e diversa

natura.

È consigliabile non immergere la bottiglia nel secchiello

del ghiaccio per evitare un antiestetico distacco

dell’etichetta.

Se proprio è indispensabile per ragioni climatiche tenere

l’acqua in fresco è consigliabile l’uso di una “glacette”

(fonte ADAM).