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Diverse aziende hanno scelto di condividere gli spazi

di “A Taste of Coffee”: non solo torrefazioni e micro-

torrefazioni che hanno portato i loro pacchi di caffè

al banco delle degustazioni, ma anche costruttori di

macchine per caffè espresso, fornitori di attrezzature,

di prodotti per la pulizia di macchine e accessori e di

sistemi di trattamento dell’acqua. I partner sono stati

coinvolti anche in un ampio programma di workshop

e attività di divulgazione. «La partecipazione dell’as-

sociazione e dei soci che hanno scelto di affiancarla

– prosegue Davide Cobelli – ha l’obiettivo di allargare

gli orizzonti in un settore “gemello”, quello del vino,

che spesso guarda al caffè con leggerezza».

Un approccio che sembra derivare in particolare da

due fattori: da un lato un deficit di conoscenza rispetto

alla filiera del caffè e al prodotto finale e, dall’altro, la

svalutazione della tazzina di espresso.

CAMBIAMENTI IN ATTO:

IL CLIENTE CHIEDE QUALITÀ

Per il primo anno Caffè Musetti (Pontenure, Piacenza)

ha scelto di partecipare a Vinitaly con uno stand affac-

ciato all’area SCAE Italia. Come evidenziato da

Diego

Brunelli

, commerciale per il territorio di Verona e

altre province del Veneto, «l’evento è interessante per

tre aspetti: è internazionale, multi- settoriale e “orga-

nolettico”». Brunelli parla di cambiamento: «iniziamo

a percepire un interesse più preciso nei confronti del

caffè. L’attenzione deriva da unmaggiore impegno delle

torrefazioni nell’offerta formativa destinata alla clientela

e alla professionalità degli operatori che, proprio grazie

alla formazione, sono più preparati e rispondono alle

richieste di consumatori molto esigenti.

Così – prosegue – anche i ristoratori iniziano a chiederci

informazioni più dettagliate: non solo sul prezzo, ma

anche sulla composizione delle miscele». Allo stand

dell’azienda piacentina i visitatori hanno potuto de-

gustare alcune miscele in espresso e una selezione di

Arabicamonorigini, selezionate e tostate per l’estrazione

con metodi

brewing

come V60 e Chemex.

LA TENDENZA È BIO

Intenso afflusso di visitatori davanti al furgoncino tar-

gato Caffè Pascucci (Monte Cerignone, Pesaro Urbino),

dove è stata messa in funzione la macchina per caffè

espresso, proprio come uno

street food bar

. Il team

punta su un caffè con certificato biologico. «Abbiamo

intrapreso la direzione verso i prodotti biologici nel

2008 – dice il barista trainer

Iuri Grandini

– e oggi

possiamo confermare che la tendenza è bio, sia nel

vino sia nel caffè e in altri prodotti che fanno parte

del servizio in caffetteria”.

Parlando della decisione di prendere parte a Vinitaly

e Sol&Agrifood, Grandini sottolinea come nei locali

il cliente possa scegliere il calice o la bottiglia di vi-

no. «Vorremmo che accadesse lo stesso per il caffè. Il

cliente deve poter scegliere il caffè che desidera bere».

Offrire un ventaglio di prodotti selezionati significa

anche spiegarne le caratteristiche e raccontare la loro

storia, proprio come si fa con il vino.

M

Questione di prezzo

Nel mondo della ristorazione,

dove i locali fanno leva

sull’eccellenza di bottiglie

e calici DOC, la tazzina di caffè

spesso non è percepita come

un valore aggiunto. Ne deriva

la scelta poco consapevole

del caffè da servire ai propri

clienti. Eppure, quella tazzina

rappresenta l’ultimo ricordo

dell’esperienza al ristorante.

Perché demolire un servizio

di qualità con un caffè

di cattivo gusto?

A Taste of Coffee

.

Degustazione dei caffè offerti da:

Cofficina (Assago, Milano)

Pierre Café (Gravina in Puglia, Bari)

Caffè Diemme (Albignasego, Padova)

MokaRica (Forlì)

L’Art Caffè (Bergamo)

Le Piantagioni del Caffè (Livorno)

Little Bean (Rivanazzano Terme, Pavia)

Golden Brasil Coffee (Ardea, Roma)

La Genovese (Albenga, Savona)

Nero Scuro (Bassano del Grappa, Vicenza)