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GIUGNO 2016

Mixer

65

B

armanager del Caffè Rivoire 1872 in piazza della Signoria a

Firenze, instancabile e appassionato ricercatore, Luca Picchi è

il massimo esperto di Negroni al mondo. Non solo per le nume-

rose varianti che ha elaborato, ma anche per il preciso lavoro

di documentazione storica che è confluito nel libro “Negroni

cocktail. Una leggenda italiana” (Giunti Editore). Stimatissimo dai col-

leghi, apprezzatissimo dai clienti, è spesso protagonista di seminari,

lezioni e drinking show.

Come definiresti il tuo stile di miscelazione?

Vintage ma molto attento al presente e al futuro. La mia mission è la

ricerca del piacere assoluto del cliente. Risultato? Creo cocktail attraenti

che strizzano l’occhio alle tecniche di miscelazione veloce per limitare

al minimo l’attesa, preparati e presentati con cura maniacale per quanto

riguarda la scelta di materie prime, strumenti del lavoro – tutti rigoro-

samente storici, acquistati in mercatini o donatimi da celebri barman

del passato –, bicchieri d’epoca e ghiaccio, sempre super cristallino.

Parliamo di decorazione. Consigli?

La decorazione è un piccolo messaggio visivo e sensoriale: completa

il drink e non deve mai attrarre più del cocktail. Quella che ho creato

per accompagnare la ricetta del

Negroni Pallido

(vedi ricetta nella

pagina seguente) è molto ricca perché la foto sarà pubblicata su un

libro, in uscita in America, dedicato all’argomento. Detto questo, non

sottovalutatela: richiede ricerca, innovazione e creatività. Quella ideale

è edibile, contestualizzata alla proposta ed economica. A tal fine sa-

rebbe auspicabile realizzare la guarnizione con materiali di recupero,

come per esempio le scorze o la frutta disidratata. Da bandire, invece,

le ciliegine rosse industriali trattate con conservanti. Meglio prepararle

da soli sotto spirito in sciroppo.

Da cinque anni hai introdotto al Caffè Rivoire 1872 una lista di

cocktail analcolici pensata per avvicinare al mondo del bere mi-

scelato teenagers e astemi. Il bilancio?

Ottimo. Il primo anno abbiamo registrato un incremento del 200% sul

compartomiscelazione. E oggi, seppur conmargini ridotti, continuiamo

a crescere. Vi consiglio di seguire il mio esempio! Preciso che parliamo

di drink studiati con cura, realizzati con prodotti di alta qualità, mai

scontati né piatti al palato. Per esempio, per il mojito analcolico uso uno

sciroppo al rhum home made. Come ho fatto? Semplice! Pima ho creato

un combo di rhum diversi, poi l’ho scaldato, gli ho dato fuoco e l’ho

lasciato bruciare fino a quando la fiamma non si è spenta. A quel punto

ho realizzatoundouble sciroppomiscelando il liquido, ormai totalmente

privo di alcol ma con persistenti note di rhum, a uno zucchero scuro a

base di zucchero di canna (84%) e di melassa (16%). Per conferire più

carattere al drink, infine, uso il Ginger Ale invece della soda.

Uno sguardo alle tendenze in fatto di spirits. Up&down?

Rispetto ai trend in corso negli ultimi quattro anni, nel 2016 non mi

aspetto grandi novità. Gin e vermouth, dopo il boom, ormai sono

stabili. E nonostante ci sia una maggiore attenzione per il mezcal, in

termini di volumi i consumi sono ancora lontani da quelli di gin, rhum,

tequila e vodka. Quest’ultima, seppur in calo rispetto a qualche tempo

fa, resta comunque ai vertici della classifica grazie al traino di drink

ever green come la Vodka Sour e alla recente moda del Moscow Mule.

E il whisky?

È lo spirit che più crescerà nei prossimi anni, lanciato dalla riscoperta

Il Negroni è nato tra la fine del 1917 e la fine

del 1919 a Firenze, all’epoca la più cosmopolita

delle città italiane, quella che più di ogni altra

aveva ereditato da Torino la grande invenzione

dell’aperitivo. A inventarlo non è stato un

barman, ma un appassionato di bere miscelato,

il conte Camillo Negroni. Era un uomo elegante,

versatile, eclettico, conoscitore di diverse lingue,

avventuriero, accanito fumatore e appassionato

bevitore. Si narra che, pur avendolo visto

pasteggiare a whisky, nessuno lo abbia mai

sorpreso alterato”, ricorda Picchi. Ideale come

aperitivo, il Negroni è anche un eccellente after

dinner. “Il Negroni è un drink before dinner,

ma anche any time, dal piacevole equilibrio tra

spezie e agrumi, con una buona struttura alcolica

e un colore invitante”.

Ingredienti:

30 ml London dry Gin

30 ml Bitter Campari

30 ml vermouth rosso di Torino

splash di soda (optional)

Metodo:

build over ice

Bicchiere:

old fashioned

Decorazione:

mezza fetta d’arancia

Come si fa:

Mettete del ghiaccio nel bicchiere prescelto.

Raffreddate il bicchiere muovendo il ghiaccio

con un barspoon e scolate l’acqua che si

forma. Versate quindi un ingrediente alla volta,

dosandoli con il jigger

e mescolateli

con il barspoon.

Infine, decorate

il bicchiere

con fantasia

e servite il

cocktail.

STORIA E RICETTA DEL NEGRONI

Photo: Lorenzo Mennonna