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I

l nomeèunpuntod’inizio,quasi unavera

e propria “certificazione di esistenza in

vita”. Eper questo trovarequellogiusto

spesso risulta un’impresa non da poco.

La scelta, infatti, spesso porta con sé un

carico inespresso (e magari inconfessabile)

di aspettative, significati e simboli.

I nomi propri di personanesonounesempio

lampante. Indimenticabile, inquestosenso,

l’Ernesto di Oscar Wilde (nella versione ori-

ginaleEarnest,nelsensodiserio,coscienzio-

so, zelante), apprezzato e ricercato proprio

grazie alle virtù promesse dal suo nome.

Ma anche quando si tratta di un locale (che

sia un bar, un ristorante, una gelateria non

fa molta differenza) trovare il nome non è

sempre semplice e “indolore”. Non tutti

hanno un’idea vincente a portata di ma-

no, mentre molti sono soggetti a stimoli e

suggestioni contrastanti che finiscono con

il confondere del tutto le idee

Non a caso, sull’argomento, fioriscono in

rete forum di vario tipo in cui gli utenti (con

competenze e formazione quanto mai di-

sparte) si profondono in consigli e perle di

saggezza.

Per non parlare dei name generator che in

modalitàassolutamenterandompropongo-

no soluzioni

prêt-à

-

porter

ai meno creativi.

Con il risultato, magari, che si opti per la scelta meno

felice.

Serve,invece,unapproccioproficuoallaquestione:pren-

dere di petto il tema, capire con esattezza cosa faccia

al caso nostro e infine optare per la scelta migliore, in

grado di valorizzare il locale. “Scegliere il nome giusto

per il proprio locale – ci spiega infatti

Béatrice Ferrari,

fondatrice di Synesia ed esperta di brand naming

– ha infiniti vantaggi, in particolare se il progetto ha

un potenziale di estensione nazionale o addirittura

internazionale.

Ma cos’è il nome giusto?

Appunto: è importante definirlo. Direi che le compo-

nenti essenziali sono così riassumibili:

brand (unico, distintivo facile da pronunciare e da

memorizzareedeventualmenteesportabile inmolti

paesi);

(difendibilecometale) ecapacedi evolverenegli anni;

ad una massima capitalizzazione degli investimenti

e ad una pertinenza con la proposta commerciale e

con il pubblico di riferimento.

È importante però comprendere che il “nome giusto”

può solo ottimizzare il successo di un locale che di

base è vincente. Ma non potràmai salvare un progetto

scadente.

20

Mixer

/ FEBBRAIO 2017

PUBBLICO ESERCIZIO

Brand naming

L’importante

è che funzioni

FORTEMENTE IDENTITARIO, UNICO, DISTINTIVO,

COERENTE CON IL TARGET DI RIFERIMENTO, FACILE

DA PRONUNCIARE E DA RICORDARE. ECCO I REQUISITI

PER IL “NOME GIUSTO” DEL PROPRIO LOCALE

di Carmela Ignaccolo

BÉATRICE FERRARI

SCOPRE IL BRAND

NAMING NEL 1984

QUANDO, ANCORA

STUDENTESSA,

INCONTRA

MARCEL BOTTON –

FONDATORE DELLA

SOCIETÀ NOMEN .

NEL 1989, FONDA

A MILANO NOMEN

ITALIA, DELLA QUALE

RIMANE SOCIO E

AMMINISTRATORE

PER OLTRE 15 ANNI.

IL 2005 È L’ANNO

DI UNA NUOVA

ESPERIENZA

CHIAMATA SYNESIA:

BÉATRICE SI RIMETTE

IN GIOCO E DIVENTA

CONSULENTE

INDIPENDENTE

ATTRAVERSO

UN SERVIZIO

MAGGIORMENTE

PERSONALIZZATO.

WWW.SYNESIA.COM