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L’ITALIA NON È TRA I PAESI

PRODUTTORI DELLA MATERIA PRIMA

E CIOÈ DEL CAFFÈ CRUDO MA CONTA

CIRCA 800 TORREFATTORI CHE IN

GENERALE ACQUISTANO IL CAFFÈ

PER TOSTARLO E MACINARLO A FINI

COMMERCIALI E DI CONSUMO

MAGGIO 2017 /

Mixer

11

di

brewing analisys

che valuti la modalità di estrazione. Per

spiegare la mia posizione devo premettere che per ana-

lizzare una bevanda a base di caffè vi sono tre approcci.

Quello tecnico, teso alla valutazione della conformità del

prodotto, che si basa sulle componenti olfattive e di gusto

scientificamente riconosciute: amaro, acido, sapido, dolce.

Poi c’è l’approccio soggettivo che riguarda la sfera del bou-

quet espresso da ogni tipologia di caffé assieme ai giudizi

personali sulla piacevolezza del prodotto estratto e dei suoi

sentori. Infine abiamo il terzo approccio commerciale, che

“la fa da padrone” e che riguarda la domanda di mercato

tra i torrefattori e il consumatore.

Quest’ultimo non di rado preferisce prodotti che non espri-

mono rating di eccellenza. Pertanto, escluderei da un even-

tuale protocollo di analisi l’approccio soggettivo per la sua

complessità.

Quale motivo la porta a non includere un aspetto che

molti ritengono fondamentale?

I motivi sono diversi e attengono ad aspetti tecnologici,

commerciali e culturali. Le nuove macchine per il caffè

espresso infatti hanno tali capacità: da uno stesso prodotto

modificando i settaggi è possibile ottenere dei caffè com-

pletamente differenti sotto il profilo organolettico. Sotto

l’aspetto commerciale contanopoi le tradizioni geografiche

e le percezioni storiche del consumatore.

Per esempio, in Libano, Grecia, Turchia e nei Paesi della

ex Jugoslavia va per la maggiore la tipologia di caffè

Rio

Minas

che in tutto il resto del mondo viene considerato

difettoso. L’aspetto geografico è determinate anche per

quanto riguarda la qualità e la composizione chimico-fisica

dell’acqua, che cambia da luogo a luogo. Infine ogni torre-

fattore presenta differenti impianti di produzione e diverse

tradizioni di manipolazione della materia prima, ossia di

tostatura e macinatura. Si tratta di tradizioni che conside-

ro un valore e che, con un sistema di parametri restrittivi

sulla qualità, verrebbero perse. Mi spiego: se per creare

un prodotto usassi quattro caffè monorigine di qualità più

elevata quali

Jamaica blue mountain, Kopi Luwak, Hawaii

e

Jacu

non otterrei una miscela di caffè dalla qualità eccelsa,

ma solamente il caffè più costoso.

Allora quali parametri inserirebbe?

Premesso che questo sistema di analisi valuta le monorigini

e non le miscele, si potrebbero introdurre parametri per la

valutazione della crema in relazione alla sua componente

visiva, alla sua intensità olfattiva e alla sua densità. Natural-

mente potrebbe essere utile stabilire anche alcuni parametri

di estrazione legati all’erogazione.

Non pensa che sia giusto apporre il risultati del Cup of

Exellence sulle confezioni di caffè e magari il marchio

Made in Italy?

Certo, indicare la provenienza aiuterebbe. Per il Cup of

Exellence qualora si raggiunga il punteggio dell’eccellen-

za, sopra gli 87 punti su scala SCA; un risultato che spesso

viene utilizzato come valida leva di marketing. Nella nostra

azienda che ha 170 anni di storia siamo molto attenti alle

tradizioni,perciòmi auspicodi vederemanipolazioni del caffè

sempre più vicine alla perfezione. È quanto ci richiedono

ogni giorno i nostri clienti, il che rivela un mercato sempre

più esigente di conoscenza del prodotto, delle sue origini

e delle possibilità di lavorazione.