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Mixer
/ MAGGIO 2017
IN PRIMO PIANO
Caffè
GLI IMPORTATORI DI CAFFÈ CRUDO
(O VERDE) SI ESPRIMONO IN MERITO
ALLA PROPOSTA DI SCAA RELATIVA
ALLA REDAZIONE DI UN MANIFESTO
DEL CAFFÈ ESPRESSO ITALIANO
di Marco Oltrona Visconti
Manifesto
dell’espresso:
la
CRUDA
realtà
I
n un mercato italiano del caffè che nell’ultimo decennio,
ha registratovolumi evalori semprecrescenti sia intermini
di import e consumi interni, sia dal lato delle esportazioni
anche di attrezzature, si discute se, e come, certificare
quella metodologia di estrazione della bevanda meglio no-
ta come “espresso”. Questo sistema inventato dall’italiano
Moriondo da oltre un secolo, secondo la maggioranza degli
operatori rappresenterebbe una quota tra il 10% e il 20%
rispetto alle modalità di consumo conosciute nel mondo. Un
business che a livello globale si sta diffondendo mediante
catene di ristorazione commerciale o brand che, con suc-
cesso, propongono sistemi di estrazione macchina-cialda/
capsula talvolta richiamando l’italian sounding, tanto a livello
trade (horeca) quanto a livello consumer. Da qui l’esigenza
di alcuni operatori (SCA in testa) di stabilire l’identikit del
caffè espresso italiano nel contesto di un sistema di coffee
brewing analisys internazionalmente condiviso. E, per i più,
che integri il sistema convenzionale internazionale del
Cup of
Exellence
, la competizione che, di anno in anno, determina
la qualità del caffè, in una filiera intermediata dai “crudisti”.
Sono questi gli importatori di caffè crudo che riforniscono
di materia prima la maggioranza dei torrefattori.
Da operatore del settore, quale la sua opinione in merito
alla necessità di istituire un Manifesto del caffè espresso
italiano?
Non mi convince molto la terminologia usata ma non nego
che il
Cupof exellence
possaessere integratoconun sistema
SIMONE PECORA
, QUALITY CONTROL MANAGER PRESSO
AZIENDE RIUNITE CAFFÈ SPA