MAGGIO 2017 /
Mixer
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PRODOTTI A BASE DI CARNE
Con un valore alla produzione di 1,8miliardi di euro,
rappresentano lasecondacategoriadelleDOP
IGP. Prosciutto di Parma DOP, Mortadella
Bologna IGP, Prosciuttodi SanDanieleDOP
e Bresaola della Valtellina IGP (che rappre-
sentano l’80% della categoria sia in volume
che per valore alla produzione) sono i veri big.
PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI
Nell’ottica dei volumi, i prodotti ortofrutticoli
giocano la partedel leone, con una quota del
38% sul totale IG; economicamente, però
hanno un peso limitato al 7%. Un assist im-
portantearrivadall’export (si ètoccataquota
220 milioni). Le star della categoria sono la
Mela Alto Adige IGP e la Mela Val di Non DOP.
CARNI FRESCHE
Parliamodi unacategoria relativamentepiccola,
formata da cinque denominazioni (4 IGP e
1 DOP) che incide per l’1,4% sul totale del
compartoFood.Particolarmente interessan-
ti, sul fronte del consumo, le performances
dell’Agnello di Sardegna IGP, del Vitellone
dell’Appenino centrale IGP e dell’Abbacchio
Romano IGP.
OLI D’OLIVA
Sul fronte dei riconoscimenti, gli Oli di oliva
DOP e IGP con il 15% del totale del com-
parto Food hanno un piazzamento di tutto
rispetto. In termini di valore, però, i numeri
non sono altrettanto eclatanti: si attestano
infatti all’1% del totale.
ACETI BALSAMICI
CategoriaimportantequelladegliAcetibalsa-
mici che con soli tre prodotti vale il 24%
dell’export complessivo del settore agro-
alimentare DOP IGP grazie alla crescita
dell’Aceto Balsamico di Modena.
GLI ALTRI PRODOTTI
Ma le specialità italiane non si limitano alle ma-
cro categorie elencate, spaziano piuttosto in
molteplici altri settori: pasticceria, panetteria,
spezie e paste alimentari, pesci, molluschi ,
prodotti di origine animale e STG (specialità
tradizionaligarantite).NelrapportoIsmea/Qua-
livita queste categorie vengono accorpate per via
delvalorecontenuto(0,2%alconsumoeallaproduzione).
Tra i prodotti più performanti segnaliamo lo Zafferano
dell’AquilaDOPelaPastadiGragnanoIGP.Performances
di tutto rispetto anche per la Piadina Romagnola IGP
(+41% sul 2014), per il Pane Casareccio di Genzano IGP,
per il Panforte di Siena IGP e per i Ricciarelli di Siena IGP.
ai generi alimentari. Sono 814 i prodotti italiani cer-
tificati (una cifra che ci colloca in vetta alla classifica)
e nel 2016 possiamo fregiarci di ben 13 new entry (3
DOP e 11 IGP); seguono Francia, Croazia e Spagna. A
livello mondiale le nuove registrazioni sono in totale
69 (21 DOP, 47 IGP e 1 STG).
L’export food&wine, chenel 2015segna+10%rispetto
all’anno precedente (se ci limitiamo al food si sale a
+17%) è uno dei principali punti di forza.
Tra le regioni, quellachesi contraddistingueper ilmag-
gior numero di IGè l’Emilia Romagna (Parma, Modena
e Reggio le province “regine”) seguita da Veneto e
Lombardia, ma è la Toscana che nel 2016 ha conqui-
stato ilmaggior incremento (+3nuovedenominazioni).
Posto che per le indicazioni geografiche il canale di
maggior sbocco si conferma la grande distribuzione, è
interessante vedere come per alcune categorie
anche l’Horeca abbia un ruolo non secondario.
LE CATEGORIE
In linea con la lunga tradizione agroalimentare italiana, le nostre IG spaziano in svariati settori: dalle carni ai
formaggi, dall’ortofrutta all’olio, per arrivare fino a vino ed aceto.
A farla da padroni, tuttavia, sono i
Formaggi
. E non tanto per numero di produzioni certificate (che
rappresentano il 18%) quanto piuttosto per valore economico, con una quota del 56% alla produzione
e del 50% al consumo. La top ten delle DOP (a volume e valore) vede: Grana Padano, Parmigiano
Reggiano,Gorgonzola,Mozzarelladi Bufala, PecorinoRomano,Asiago, Taleggio,Montasio, Provolone
Valpadana e Fontina, che insieme coprono una quota del 96%.
Buoni i risultati pure sul fronte dell’export che vale 1,6 miliardi di euro.
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