L’ITALIA NON È TRA I PAESI
PRODUTTORI DELLA MATERIA PRIMA
E CIOÈ DEL CAFFÈ CRUDO MA CONTA
CIRCA 800 TORREFATTORI CHE IN
GENERALE ACQUISTANO IL CAFFÈ
PER TOSTARLO E MACINARLO A FINI
COMMERCIALI E DI CONSUMO
GIUGNO 2017 /
Mixer
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costituisce unodei momenti di massimo consumoper
le bevande». Infine, il terzo “accusato”: i Millennials.
«Pur continuando a rappresentare lo stesso peso
sul totale dei serving, circa il 34%, i giovani di età
compresa tra i 18 e i 34 anni – annota Figura – hanno
diminuito il numero di visite presso la ristorazione
commerciale, a tutto svantaggiodelle coldbeverage,
di cui proprio i Millennials sono heavy user: a questo
target va infatti ricondotto ben il 50% delle visite in
cui si consumano bevande fredde».
SEGNALI POSTIVI
Il quadro complessivo non
appare insomma particolar-
mente effervescente. Ma, va
detto, non tutte le voci che
lo compongono vivono una
stagione difficile. «Fuori dal
corodegli andamenti negativi
– osserva Figura – si distin-
guono le acque, chemettono
a segno performance sostanzialmente stabili: nel
2016 hanno infatti guadagnato lo 0,4%, toccando
quota1miliardoe842milioni servinge testimoniando
così un buono stato di salute già peraltro certificato
comparto. «Nel corso del 2016 – afferma
Matteo
Figura
, responsabile Foodservice NPD in Italia – le
cold beverge hanno perso il 5,1%, passando da 4,7
miliardi a 4,4 miliardi di serving. E confermando così
una tendenza al ribassogià evidenziatadalla flessione
dello 0,2% registrata nel corso del 2015».
I PRINCIPALI “IMPUTATI”
A determinare questo andamento negativo sono
principalmente tre fattori. «Il primo – spiega Figura
– rimanda alla nascita e alla crescita di nuovi canali
di vendita non funzionali al consu-
mo di bevande: penso al fenomeno
del food delivery, che ha sicura-
mente dato una spinta propulsiva
all’ooh, ma che per sua natura non
rappresenta certo un volàno per il
beverage». Sul banco degli impu-
tati si deve poi annoverare anche
il cambiamento delle abitudini di
consumo. «Nel 2016 – continua il
manager – abbiamo rilevato una sofferenza delle
consumazioni effettuate durante la fascia pomeri-
diana – di cui è prova, e conseguenza, la flessione
accusata dagli snack – e questa fascia, come noto,
Fruit & Smoothies
Dopo l’accelerazione del
2015, quando segnarono un
aumento dal 9,4%, nel 2016
hanno perso l’11,1%.
The freddi
Lo scorso anno sono stati
penalizzati da una flessione
del 17,6%, che segue però
un incremento del 4,2%
registrato nel 2015.