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Mixer
/ GIUGNO 2017
RISTORAZIONE
Turismo esperienziale
tradizione locale, spesso non viene riconosciuta dagli
stranieri come italiana, perché hanno una concezione
limitata a pizza, lasagne e spaghetti, per lo più spesso
fatti male”. Dunque, c’è un grande lavoro da fare.
“Questo è l’inizio di un lungo percorso per far cam-
biare la mentalità del turista. La guida che racconta la
cultura enogastronomica di un luogo aiuta a far capire
quanto è ricca quella cultura. Alla fine, le guide mi
hanno ringraziato perché ho dato loro più argomenti
per parlare della ‘loro’ Milano”. Le è capitato di ave-
re persone per cui il ristorante è la meta principale
del viaggio? “Ci sono tanti casi del genere, specie in
provincia. Io sono in Brianza: vengono a mangiare da
me e poi ne approfittano per visitare la Villa Reale di
Monza ad esempio, è la visita che diventa un contorno
all’esperienza gastronomica e non viceversa”.
UN UTILE “DIETRO LE QUINTE”
“Sonostatocoinvoltoper raccontare ilmondodel food
alle guide, che poi trasferiranno queste informazioni
al turista. È una cosa che non veniva mai fatta in pas-
sato, ora è il turista stesso che lo chiede, che se ne
interessa, vuole sapere” ragiona
Andrea Berton
che
ha vari progetti a Milano (dal ristorante “paludato” e
stellato in Porta Nuova alla pizzeria Dry che ha appena
raddoppiato al bistrò Pisacco). “Ho raccontato loro
l’evoluzione che ha vissuto il mondo del cibo e del
beverage a Milano negli ultimi anni, ci sono tante idee
nuove, oggi la città ha preso un posto importante nel
mondo del food. Ho raccontato come possono far
capire che ci sono locali diversi a seconda del tipo di
clientelama sempre interessanti, dallapizzeriaal bistrò
allo stellato con grande servizio. L’importante è che al
fondo ci sia sempre la qualità”. E le guide cosa hanno
chiesto? “Le ho trovate molto curiose e desiderose di
approfondire cosa sta succedendo, hanno capito che
l’offerta è aumentata in qualità e quantità e ci sono
opportunità per tutti i target. Il turista si è evoluto, è
più esigente per fortuna, pretende una qualità e un
servizio costanti, non si lascia più prendere in giro. C’è
statoungrandecambiamentogenerazionale. Equesto
tipo di turismo gastronomico, se ben gestito, è molto
utile a trainare le visite in città”.
Un vantaggio per tutti insomma, dal ristorante al bar,
dalla bottega all’azienda agricola fuori porta. Per tutti,
tranne cheper i “locali per turisti”dei quali però,
probabilmente, inpochi sentiranno lamancanza.
UN MONDO DI ECCELLENZE
SVELATO IN 32 ORE
Il corso di 32 ore è stato diviso in due parti: una serie di
lezioni in aula con chef stellati che a Milano erano Andrea
Berton, Giancarlo Morelli e Claudio Sadler, e sommelier.
La seconda parte è consistita in visite guidate alle botte-
ghe storiche, dove le guide hanno incontrato i titolari che
hanno raccontato loro la loro storia, i luoghi di produzio-
ne, ecc. Luoghi di eccellenza enogastronmica in Milano e
provincia: pasticcerie (Cucchi, Clivati, Gioia) gastronomie
(Peck), ristoranti (Trattoria Trombetta), locali dell’aperitivo
(Camparino), aziende agricole (filiera del riso nel lodigiano).
Obiettivo: valorizzare l’offerta eno-gastronomica italiana
all’interno dei pacchetti turistici, in particolare nelle città
d’arte, puntando sulla centralità della ristorazione nell’of-
ferta turistica italiana.
I PARTECIPANTI AL CORSO FIPE:
SOPRA, CON GIANCARLO MORELLI E , SOTTO, CON CLAUDIO SADLER