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FABIO BACCHI

(FOTO A DESTRA)

E ALESSANDRO

IMPAGNATIELLO,

BARMAN

DEL THE SPIRIT

DI MILANO

68

Mixer

/ LUGLIO/AGOSTO 2017

MIXABILITY

Inchiesta

La consapevolezza che il ghiaccio sia un ingrediente

fondamentale dei cocktail e che dalla sua qualità dipenda

la bontà del drink è stata acquisita in Italia solo di recente.

“Negli anni ’70 e ’80 nel nostro Paese abbiamo assistito a

una trasformazione e a un rinnovamento generale dei bar

in termini di arredo, design e format. Ma il ghiaccio veniva

ancora considerato semplicemente un elemento per

raffreddare e non gli si prestava grande attenzione.

Solo negli anni ’90, ai tempi del boom delle discoteche,

si è iniziato a percepire l’influsso della scuola

americana e a usare il ghiaccio in dosi abbondanti.

Contemporaneamente in discoteca nacque l’esigenza di

disporre di ghiaccio in grandi quantità per nascondere la

mediocrità dei drink preparati ai tempi con materie prime

di basso livello”, ricorda Luca Picchi. “A inizio anni 2000,

anche grazie ai vari barshow organizzati in tutto il mondo,

la ricerca sul ghiaccio di qualità è diventata invece una

tendenza a livello internazionale. E ora nei cocktail bar

ai vertici delle classifiche mondiali c’è una cura assoluta

per i dettagli, ghiaccio incluso”, conclude Picchi.

UN PO’ DI STORIA

migliore sul mercato”, spiega Luca Picchi. Tra chi usa

una IcemakerHoshizaki è il

Ceresio7diMilano

: “Que-

sta macchina produce cubetti 28x28x23mm con un

metodo di congelamento brevettato che assicura una

qualità di ghiaccio superiore a quello delle macchine

standard. Il congelamento delle particelle di acqua

viene realizzato lentamente, spruzzando l’acqua con

degli ugelli dal basso verso l’alto. In questo modo si

forma un cubo a strati e si evita di immagazzinare

ossigeno. Risultato? Avrete un cubo cristallino molto

resistente”, spiega

Guglielmo Miriello barmanager

del Ceresio 7

.

Attenzione, però: non basta dotarsi di una valida

macchina per ottenere un ghiaccio di alta qualità:

“È indispensabile anche fare una periodica manu-

tenzione della macchina del ghiaccio”, avverte

Fabio

Bacchi

, celeberrimobarman chedi recente ha firmato

la cocktail list nonché il concept del nuovo

The Spirit

di Milano.

In alternativa, si può creare home made in blocchi,

usando due freezer.

Una scelta che richie-

de passione, tempo,

spazio e volume con-

tenuti che ha adottato,

tra gli altri, il re del Ne-

groni

LucaPicchi

: “Que-

sto ghiaccio si chiama

double frozen e, se fatto bene, ha un valore aggiunto.

Nelle macchine che fabbricano il ghiaccio, infatti, la

temperatura di mantenimento è intorno a -2 °C. Per

avere un ghiaccio più resistente e, quindi, un controllo

maggiore della temperatura del cocktail e della sua

diluizione, io abbasso ulteriormente la temperatura

del ghiaccio mettendolo in un secondo freezer e por-

tandolo a -15/-18 °C”.

La terza ipotesi èquella di acquistare il ghiaccioda una

delle numerose aziende produttrici aperte negli ultimi

anni. “Questa soluzione è ideale per le discoteche,

che utilizzano il ghiaccio in grandi volumi, ma non è

indicata per i cocktail bar che vogliono caratterizzarsi

per la qualità assoluta”, aggiunge

Bacchi

.