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IL GHIACCIO DI

GUGLIELMO MIRIELLO

BARMANAGER

DEL CERESIO 7

E (SOTTO)

IL SUO COCKTAIL

“BROOKLIN RELOAD”

Foto: Diego Rifatti

MIXABILITY

Inchiesta

70

Mixer

/ LUGLIO/AGOSTO 2017

LA FORMA DEL GHIACCIO

Le forme di ghiaccio più comuni sono i

cubi, le palle (ice ball) e le scaglie. Qual è

il formato ideale per i cocktail? Le opinioni

sono diverse.

“Per me, l’ideale sono i cubetti di dimen-

sioni medium-large perché mantengono

la temperatura del cocktail a lungo senza

diluirloeccessivamente”,risponde

Miriello

che serve alcuni cocktail con cubi di ghiac-

cio di 65mm x 65mm (ottenuti con acqua

purissima di fonte delle colline bergama-

sche) su cui viene impresso il logo del Ce-

resio7. Mentre

Alice Dosio

afferma: “Per

i drink costruiti con la tecnica stir, ovvero

“mescolati” all’interno di un mixing glass

o direttamente nel bicchiere, sono ideali

sia il cubo che la sfera di slow-ice perché

entrambi permettonodimantenere il drink

freddo con una diluizione minima”.

Al contrario, il ghiacciomeno indicato per

prepararedrinkèquelloacristalli(crushed),

“in quanto le scaglie a contatto con l’alcol

si sciolgonomoltovelocemente”, chiarisce

Miriello

.

LA DOSE DI GHIACCIO

In generale vale la regola che nei cock-

tail on the rocks e nei long drink quanto

più ghiaccio di qualità viene usato tanto

meno si scioglie a contatto con gli ingre-

dienti. Detto questo, “la giusta quantità

di ghiaccio va calcolata in proporzione

alla capacità del bicchiere e del liquido:

la dose ideale in un tumbler è sino al

bordo bicchiere”, puntualizza

Miriello

.

Che poi ricorda: “Il ghiaccio si scioglie

rapidamente sinoaquando il cocktail non

ha raggiunto una temperatura di 2/0 °C”.

Per quanto riguarda i cocktail fatti con la

tecnica shake& strain, “tendenzialmente

si usano dagli 80 ai 100 gr di ghiaccio,

anche se dipende dallo shaker

e dalla tipologia del cocktail”.

Un paragrafo a parte

merita il ghiaccio secco.

Ne parliamo con

Alice Dosio

,

barlady manager dello Smile

Tree di Torino.

Che cos’è il ghiaccio secco?

Il dry ice è anidride carbonica allo

stato solido (-78° C). In vendita

compressa in cilindretti, si utilizza con

l’acqua bollente: quanto più l’acqua

sarà calda tanto più il ghiaccio secco

sprigionerà un vapore scenografico

di lunga durata.

Come si utilizza il dry ice?

Il ghiaccio secco non è edibile, quindi

viene usato soprattutto per creare

effetti scenografici. Oltre ad avere

un forte impatto visivo, può essere

aromatizzato e quindi utilizzato per

offrire al cliente un’esperienza di

grande impatto sia dal punto di vista

visivo che sotto l’aspetto olfattivo.

Quanto costa il ghiaccio secco?

E quanto incide sul costo di un

drink?

Il prezzo è di circa 5 euro al kg. È

difficile però calcolare precisamente

quanto incida sul drink cost perché il

dry ice tende a consumarsi in breve

tempo anche se si conserva negli

appositi contenitori.

A chi suggerisci di usarlo?

A chi vuole proporre drink particolari,

dal forte impatto visivo, con lo scopo

di regalare al cliente un’esperienza

inedita, originale e dal sapore magico.

I tuoi consigli per un uso virtuoso

del ghiaccio secco?

Provate ad aromatizzare il ghiaccio

secco per enfatizzare gli aromi del

cocktail e colpire oltre alla vista anche

l’olfatto del cliente. Ricordatevi di

usare l’acqua bollente per un effetto

altamente scenografico, di non

ingerirlo né inalarlo (allo stato solido)

e, soprattutto, di non toccarlo con le

mani perché provoca ustioni!

GHIACCIO

SECCO