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LUGLIO/AGOSTO 2017 /

Mixer

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solo perché non c’era alternativa, perché quella era la sola

cucina. Attualmente la visione è cambiata e, allo stesso

modo, anche lo stile di vita: basta riflettere su come gli

spazi verdi all’interno delle città siano sempre un’esigenza

che cresce, un bisogno assoluto per una qualità di esistenza

migliore.

Da questa visione d’insieme, viene spontaneo parlare di

prodotti a Km zero…

Lacucinadel Joiaha lapossibilitàdi essere fornitadacontadini

cheproduconoseguendoun’agricolturabiologicaovviamente

abbattendo i tempi e le distanze legate al trasposto; in più

abbiamo orti di proprietà dai quali attingiamo ingredienti

fondamentali per il ristorante.

Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nella

dispensa del Joia?

Mi piace molto lo zenzero… lo uso in molte ricette abbinan-

dolo a diversi ingredienti. Anche le erbe aromatiche hanno

un ruolo fondamentale, dal basilico alla santoreggia… pen-

so siano un po’ l’elemento capace di abbracciare la cucina

europea in generale.

Cosa cucinerebbe per Trump per convincerlo a

modificare la sua idea sull’ambiente?

Di sicuro opterei per una pasta italiana, magari con tanto

gusto e con un condimento deciso. L’ideale sarebbe una

Pasta alla Norma… con abbondanti melanzane. Alla fine,

siamo quello che mangiamo e Trump, con qualche passag-

gio di cucina vegetariana, potrebbe avere una visione

differente. Non si sa mai… bisognerebbe provare.

Italia ho aperto il mio ristorante Joia: solo così avrei potuto

continuare e coltivare la mia grande passione per la cucina

senza dover usare carne. A questo ho voluto aggiungere un

elemento imprescindibile, ossia la realizzazione di ricette di

qualità, fatte di attenzione e precisione. Una cosa non facile

poiché, i primi anni, un menù vegetariano era associato a

un qualcosa di semplice, a una cucina con poca creatività,

composta solo da ingredienti che, anche se abbinati con

cura, a fatica avrebbero potuto stupire.

Come e quando ci si accorge di voler essere vegetariani?

Penso che ognuno di noi, nel profondo, lo sia. Inevita-

bilmente si avverte un qualcosa che si potrebbe definire

‘etico’ che, non necessariamente, sfocia nel non mangiare

carne ma spesso si coniuga anche in una maggior rispetto

per la natura o a una cura più attenta della propria salute.

Negli ultimi anni queste esigenze si fanno sentire inmaniera

sempre più netta, un chiaro segnale di come qualcosa stia

cambiando.

In sostanza ci stiamo spostando verso un impatto più

“green” della vita; da dove è scaturita questa inversione

di rotta?

Ogni mutamento parte sempre dal nostro interno e tutti

ci rendiamo conto che, oggi come oggi, il rispetto per il

mondo e per la nostra salute rappresenta il futuro. È suf-

ficiente fare una riflessione a partire dal dopoguerra: in

quel periodo storico ci si era avvicinati a un’alimentazione

opulenta, nella quale il consumo della carne rappresentava

una risposta alla povertà vissuta. Si mangiava ‘vegetariano’

SOTTO UNA COLTRE COLORATA

MACONDO

OMAGGIO A GUALTIERO MARCHESI

IMPERMANENZA

POMOD’ORO

NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO

L’OMBELICO DEL MONDO