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NOVEMBRE 2017 /

Mixer

1

S

ono reduce dai 5 giorni di Host, la Fiera inter-

nazionaledell’ospitalitàprofessionaleorganiz-

zata da Fiera Milano, che quest’anno ha fatto

registrare numeri da record.

Quello che più mi

ha colpitoè stato il clima che si respirava tra i padiglioni. A

memoria personale, era da oltre 10 anni che non mi capi-

tava di partecipare ad un evento che non fosse dominato

dal pessimismo e in cui non aleggiasse la parola “crisi”.

Nonvogliodiredi aver percepitounclimaeuforico,ma la

parola“horribilis”,seusata,venivaevocataconunrisvolto

positivo, per frasi come “ora che finalmente dovremmo

essere usciti dalla crisi”…

Se i visi delle persone raccontano un clima, una situa-

zione economica, un momento storico, non c’è dubbio

che i volti degli operatori, che in passato manifestavano

preoccupazione, nei giorni di Host mostravano sorrisi

e finalmente ottimismo per un settore che ha ripreso a

dare soddisfazioni.

Che le cose siano cambiate lo certificano anche i dati

macroeconomici:leagenzieinternazionalidirating,dopo

anni di bocciature, hanno promosso l’Italia, il Pil cresce

più delle aspettative e così via.

Ed è con questo atteggiamento positivo che Mixer

vuole affrontare il futuro e il nuovo anno ormai alle

porte.

Apriamo il giornale, a pag. 8, con un tema epo-

cale: quello dell’immigrazione.

A fronte di tante vicende tristi e, in alcuni casi negative,

di cui si occupa la cronacadei quotidiani, abbiamo scelto

di dare risaltoastoriedi integrazione. Il fenomenomigra-

torio ha un impatto enorme sulla nostra economia, con

numeri che parlano da soli, sia se si guarda ai lavoratori

che arrivano dall’estero, sia se si osservano le attività

commerciali di stranieri. Il numero di queste ultime è

in aumento con tassi di crescita di oltre il 20% annuo,

del 50% se parliamo dei soli bar; quello degli stranieri

che lavorano stabilmente nel fuori casa è invece stimato

intorno alle 175mila unità.

È evidente che non ci si può porre in un’ottica di “difesa

dall’invasore”:aldilàdelleconvinzionipersonalidiognuno,

sarebbeinognicasounatteggiamentoperdente.Lasfida

è quella di considerare il fenomeno non come unaminac-

cia, bensì come un’opportunità: lavorare puntando sulla

qualità e sull’esperienza di cui sono sprovvisti coloro che

hannoiniziatodapocol’attività,spessosenzalanecessaria

formazione, e l’occasione di scegliere nettamente una

propria identità, soprattutto per chi lavora nella ristora-

zione, puntando sui prodotti tradizionali e del territorio,

in contrapposizione alle cucine fusion o etniche, solo per

farealcuni banali esempi. Il temameritaovviamentedegli

approfondimenti nei prossimi numeri.

Cambiando radicalmente argomento, segnalo due

novità del momento che faranno piacere a molti:

in

primis, il ritorno del vuoto a rendere (a pag. 16), con un

vademecummoltopraticosututtoquellochegliesercenti

interessati all’iniziativa devono sapere; e poi l’addio agli

studi di settore che pochi rimpiangeranno (a pag. 90).

Vi raccontiamo come funzionano gli ISA, gli indici sinte-

tici di affidabilità, quali settori ne sono coinvolti e quali

esclusi e, soprattutto, quali sono i benefici attesi.

Chiudiamo questa presentazione al numero con un

drink. Io punterei su qualcosa di nuovo e inconsueto,

che possa stupire i clienti del bar.

Magari un bel bic-

chiere al sapore di violetta o di lavanda o, perché no,

usando i fiori di gelsomino o i boccioli di rosa. A pag. 68

le ricette e i consigli dei “nostri” barman…

Brindiamo coi fiori

alla ripresa

L’EDITORIALE

di David Migliori

Nell’aria si respira un clima positivo, i numeri di mercato

sono preceduti dal segno “+”, i dati economici sono

tutti all’insegna del miglioramento: le giuste condizioni

per guardare al futuro con ottimismo