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Mixer
/ MARZO 2018
IL PUNTO
del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani
N
el mezzo di una campagna elettorale di corsa,
spesso distante dai problemi del Paese
, con il pos-
sibile rischio di ricominciare una legislatura senza
aver individuato le priorità sulle quali intervenire
per sostenere il rilancio e la crescita dell’Italia, il settore del
fuoricasa italiano, dopocirca cinqueanni di laborioso travaglio,
ha partorito il primo CCNL riservato ai soli “Dipendenti dei
Pubblici Esercizi, della Ristorazione Commerciale e Collettiva
e del Turismo”.
È certamente un passaggio importante
perché la categoria,
con un CCNL svincolato, autonomo ed indipendente rispetto
ai precedenti, sottoscritti con la compartecipazione di cate-
gorie vicine ed affini (alberghi, agenzie di viaggio, etc.), ha
ora lo strumento per negoziare direttamente i propri bisogni
ed esigenze su un fattore, quello del Lavoro, determinante
per la tenuta delle imprese e per il rafforzamento qualitativo
del comparto.
A pagina 1e sono presentate le novità, sui livelli retributivi e
gli interventi sugli istituti normativi (durata, organizzazionedel
lavoro, rol, scatti di anzianità, valore del pasto, maggiorazioni
salariali, armonizzazioneallenuovenormativedel lavoro, cambi
di gestione, etc.), inserite in un nuovo contratto di lavoro che,
per definizione, è la sintesi di concessioni reciproche e, quindi,
imperfetto per natura.
Per le imprese, qualsiasi contropartita economica doveva
trovare riscontro nella revisione di alcuni istituti normativi
che potessero incidere sulla bassa produttività,
vero male
del settore.
Infatti, senza margini e profitti non si remunera il Capitale
investito, non si finanziano gli investimenti migliorativi di cui
il settore ha bisogno e non si riesce neppure a migliorare i
livelli salariali.
L’incidenzadel costodel lavoro sui conti economici dellenostre
imprese è rilevante, differenziato a seconda del modello di
business, ma tendenzialmente troppo alta, e volerla limitare
non significa castigare i dipendenti, ma recuperare efficienza
e produttività nell’interesse complessivo dell’impresa.
Infatti, senza impresa non c’è lavoro
e per poter ridistribuire
ricchezza, il primo obiettivo è crearla, efficientando tutti i
fattori della produzione.
Fatto questo importante passaggio sindacale, rimane da ri-
solvere ancora tutto il resto, con i relativi tanti altri problemi,
compito che spetta agli Imprenditori, cheperòdevono trovare
unmiglior supporto e sostegno dalla politica, che deve essere
in grado di interpretare la gravità del momento ed agire di
conseguenza, stando cioè sui veri problemi del Paese.
Leassociazionidi categoriahannoildoveredi nonnascondersi
e di trasferire chiaramente il malessere delle imprese, rispetto
anche ai toni e ai comportamenti della politica.
Non c’è bisogno di “Manifesti”, ma di inviti espliciti a tra-
lasciare, per esempio, l’immobilismo e l’anacronismo di chi
vuole scappare dall’Europa, tergiversando sull’euro, evitando
di distruggere il buono che è stato fatto in questi anni, dando
continuità e nuova energia ai provvedimenti utili per il Paese,
come quelli sul Jobs Act, che ha aiutato non a licenziare con
più facilità, ma ad assumere con più semplicità e ripristinando
magari anche lo strumento dei Voucher.
Va contrastato, inoltre, il voler cavalcare le paure del Paese
o inseguire il libro dei sogni
senza prescindere dalla realtà,
per la quale il debito pubblico non è una opinione, ma un
fardello che non può permettersi altro assistenzialismo, che
addormenta e penalizza creatività, intraprendenza e merito.
Nonè, però, contradditorio richiedereuna seria riforma fiscale,
che riduca l’attuale insostenibile pressione fiscale, premiando
impresee lavoratori, con l’obiettivodi favorire crescita e creare
occupazione, contando sull’effetto moltiplicatore generato
dalle risorse liberate per i consumi.
È un momento decisivo, da accompagnare con le migliori
energie di tutti
, anche per non perdere altri spazi da Paesi
che, stando sempre sui temi del lavoro, oggi propongonoorari
di lavoro su 28 ore settimanali, un sistema di welfare privato
estremamente generoso e altre opportunità, che rispetto alle
nostre odierne possibilità costituiscono un miraggio.
Un CCNL
da tesaurizzare