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MARZO 2018 /

Mixer

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LA PIONIERA: CAFÉOTHÈQUE

Il nostro tour parte dalla Caféothèque, fondata dalla

guatemalteca

Gloria Montenegro

nel 2005 in rue

de l’Hôtel-de-Ville, varie salette una dietro l’altra in

legno scuro con grandi vetrate sul Lungosenna, calde

e accoglienti. È stata la prima caffetteria specialty

di Parigi.

“Tredici anni fa c’era solo una stanza dedicata alla

vendita, facevano i caffè con la caffettiera a pistone,

nessuno conosceva il posto, gli incassi erano di 100

euro al giorno e a un certo punto hanno anche pen-

sato di chiudere” ci racconta

Luca Mocci

, maestro

barista da 17 anni a Parigi che qui tiene i corsi, un

aspetto portante della triade di Caféothèque (e di

molte

brûleries

) insieme alla mescita e alla vendita.

Luca l’avvento degli specialty l’ha visto nascere sotto

i suoi occhi. Com’è andata? “Da cinque anni aprono

caffetterie specialty in tutta la città, molte persone

hanno lasciato il lavoro in ufficio per riconvertirsi nel

mondo del caffè. Tantissimi si sono formati qui, fanno

un corso intensivo di una decina di giorni e poi apro-

no. Insomma, oltre che i primi siamo stati una vera e

propria factory”.

I vari caffè, una quindicina di tipologie diverse, sono

tostati nella torrefattrice in negozio e venduti e, su

richiesta, macinati al momento. Sei o sette vengono

dal Guatemala “perché Gloria conosce direttamente i

coltivatori,gli altri arrivanoviacontatti:Etiopia,Burundi,

Camerun, Brasile. Tutti monorigine, guai nominare le

miscele”.

Poi c’è la caffetteria, nella quale sono proposti tre tipi

diversi ogni giorno a rotazione “perché bisogna avere

un mulino per ogni caffè”. Tra i metodi di prepara-

zione, quello che va di più è l’espresso. “Sarebbe un

approccio da proporre anche in Italia, un cliente prova

diversi metodi e magari scopre che ce n’è uno che lo

appassiona”.

PUNTA SULL’ETNICO

LA

CAFÉOTHÈQUE

,

COSTRUITA NEL TEMPO

INTORNO ALLA

RIVENDITA INIZIALE.

OGNI STANZA

HA UN SUO CARATTERE,

DA QUELLA CON

DIVANETTI E TAVOLINI

STILE SALOTTO DI CASA

ALLA “SALA TROPICALE”

CON TAVOLI E SEDIE

IN LEGNO GREZZO

COLORATO, PIANTE E

OPERE D’ARTE AI MURI.

SEMBRA IL PONTE

DI COMANDO DI

UN ANTICO VELIERO

LA SALA DEDICATA

AI CORSI, CON UN

BANCO, UNA VECCHIA

MACCHINA DA CAFFÈ

E TANTI METODI

ANTICHI COME

UNA SCENOGRAFICA

CAFFETTIERA

A DEPRESSIONE

INVENTATA NEL 1825.