Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  93 / 124 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 93 / 124 Next Page
Page Background

Questa rigogliosità dell’ecosistema puglie-

se ha tuttavia finito in alcuni casi per com-

promettere, o per meglio dire rallentare, gli

aspetti qualitativi della produzione regionale.

Come? I rossi venivano mandati persino al

nord, ad irrobustire mosti ben più blasonati,

mentre i bianchi costituivano la base per

realizzare il Vermouth. Oggi finalmente è

la qualità, per altro a base di autoctoni, a

comandare, grazie a varietà come: Bombino,

Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiano bianco,

Fiano Minutolo, solo per citarne alcune.

GLI AUTOCTONI BIANCHI

Il panorama delle uve ‘pallide’ pugliesi non

si potrebbe dire comunque completo senza la

riscoperta del Vermentino, solo in apparenza

fuori dalle classiche rotte del vitigno visto che

se ne hanno testimonianze della presenza in

regione sin dal 1700, e l’immancabile Char-

donnay. La difficoltà di coloro che decidano di

avvicinarsi alla produzione bianchista regio-

nale, è tuttavia quella di cadere vittima della

confusione.

Per fare chiarezza, cercando di

tirare le fila di stili, territori e inflessioni

varietali, è nata la manifestazione Takei-

taly, voluta da Vinoway

(www.vinoway. com). D

urante le due tappe, Bari e Trani,

l’associazione capeggiata da

Davide Gangi

ha deciso di tracciare, attraverso assaggi e

confronti, un’istantanea del panorama degli

autoctoni regionali grazie a numerosi ban-

chi d’assaggio e ad una degustazione di ben

19 campioni in rappresentanza di altrettanti

modi d’intendere il bianco pugliese. Se il

Fiano Minutolo ha messo in risalto la propria

natura aromatica, piuttosto coerente in tutti

i campioni presenti, la Verdeca è parsa più

‘caotica’. Vitigno acido, dal modesto ventaglio

aromatico, la Verdeca è stata spesso utiliz-

zata in assemblaggio, magari con il Bianco

d’Alessano, anche se, in solitario, (Felline,

Feudi di Guagnano, Miali, per citare alcune

tra le aziende presenti al tasting), potrà rap-

presentare, se concepita con un forte legame

territoriale, un bianco dalle spiccate doti di

abbinabilità, in particolar modo con la cucina

itticamente crudista della regione. Il Bombino

è già, soprattutto in versione spumante, una

valida alternativa al momento dell’aperitivo,

mentre il Fiano, quello bianco questa volta,

pare la sfida più prossima con cui si dovrà

misurare la viticoltura della regione.

M

settembre 2015

mixer

91

&

0

<

&0

0<

&<

&0<

.