Questa rigogliosità dell’ecosistema puglie-
se ha tuttavia finito in alcuni casi per com-
promettere, o per meglio dire rallentare, gli
aspetti qualitativi della produzione regionale.
Come? I rossi venivano mandati persino al
nord, ad irrobustire mosti ben più blasonati,
mentre i bianchi costituivano la base per
realizzare il Vermouth. Oggi finalmente è
la qualità, per altro a base di autoctoni, a
comandare, grazie a varietà come: Bombino,
Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiano bianco,
Fiano Minutolo, solo per citarne alcune.
GLI AUTOCTONI BIANCHI
Il panorama delle uve ‘pallide’ pugliesi non
si potrebbe dire comunque completo senza la
riscoperta del Vermentino, solo in apparenza
fuori dalle classiche rotte del vitigno visto che
se ne hanno testimonianze della presenza in
regione sin dal 1700, e l’immancabile Char-
donnay. La difficoltà di coloro che decidano di
avvicinarsi alla produzione bianchista regio-
nale, è tuttavia quella di cadere vittima della
confusione.
Per fare chiarezza, cercando di
tirare le fila di stili, territori e inflessioni
varietali, è nata la manifestazione Takei-
taly, voluta da Vinoway
(www.vinoway. com). Durante le due tappe, Bari e Trani,
l’associazione capeggiata da
Davide Gangi
ha deciso di tracciare, attraverso assaggi e
confronti, un’istantanea del panorama degli
autoctoni regionali grazie a numerosi ban-
chi d’assaggio e ad una degustazione di ben
19 campioni in rappresentanza di altrettanti
modi d’intendere il bianco pugliese. Se il
Fiano Minutolo ha messo in risalto la propria
natura aromatica, piuttosto coerente in tutti
i campioni presenti, la Verdeca è parsa più
‘caotica’. Vitigno acido, dal modesto ventaglio
aromatico, la Verdeca è stata spesso utiliz-
zata in assemblaggio, magari con il Bianco
d’Alessano, anche se, in solitario, (Felline,
Feudi di Guagnano, Miali, per citare alcune
tra le aziende presenti al tasting), potrà rap-
presentare, se concepita con un forte legame
territoriale, un bianco dalle spiccate doti di
abbinabilità, in particolar modo con la cucina
itticamente crudista della regione. Il Bombino
è già, soprattutto in versione spumante, una
valida alternativa al momento dell’aperitivo,
mentre il Fiano, quello bianco questa volta,
pare la sfida più prossima con cui si dovrà
misurare la viticoltura della regione.
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settembre 2015
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