marzo 2015
mixer
15
S
paghetti,pizza,man-
dolino e… acqua
minerale.
Nell’immaginario
collettivo l’italiano
medio è ancora vi-
sto così: buona forchetta e
gran bevitore di acqua. An-
che se in effetti è sempre più
chiaro che si tratta solo di
un’immagine folkloristica.
E non solo perché il tipo di
alimentazione è decisamente
cambiato, ma anche perché i
nostri consumi totali di acqua
minerale non sono più al top:
lì
i tedeschi ci hanno già
superato: circa13 miliardi
loro, 11 noi.
Mentre ci tallo-
nano da vicino in quelli pro
capite (187 litri noi, 169 loro)!
COSA E QUANTO
CONSUMIAMO
Un panorama esaustivo è
quello fornito da
Beverfood
che traccia l’andamento del
comparto.
Tra
le acque confezionate
a
fare la parte del leone sono
le
minerali
, mentre quelle di
sorgente
e quelle
trattate
rappresentano insieme solo
il 10% dei consumi.
Esaminando l’andamento
delle varie tipologie emerge
chiaramente la
propensione
sempre più salutistica
degli
italiani. I consumi principali
(73%) riguardano infatti le
minerali leggere
(oligomi-
nerali e minimamente mine-
ralizzate), mentre quelle con
un contenuto di minerali più
elevato sono meno richieste
(27% dei consumi).
Tra
liscia e gassata
, la palma
della vittoria spetta alla prima
(65% dei consumi a volume,
62% a valore) anche se le
sparkling
si prendono una
rivincita interessante nell’am-
bito della ristorazione.
E poi neanche le
frizzanti
sono tutte uguali: se le
effer-
vescenti naturali
perdono
un po’ (-7%) le l
eggermente
frizzanti
acquistano invece
qualche punto (5% dei con-
sumi).
PACKAGING
Le
confezioni in Pet
rappre-
sentano i 4/5 dei consumi
totali, mentre la bottiglia da
un litro e mezzo
, da sola,
rappresenta due terzi dei
volumi in Pet.
Buone le performance di cre-
scita del pet da
mezzo litro
,
che oggi ha una quota del
6%, in crescita quello da
un
litro
, ma con volumi ancora
inferiori all’1%.
Le
bottiglie in vetro
, hanno
un forte appeal nell’ambito
del fuori casa e del porta a
porta. Il trend sempre più dif-
fuso tra i produttori è quello
di caratterizzare le bottiglie
in vetro con un
design di-
stintivo
, capace di rafforza-
re l’identità del brand grazie
ad accorgimenti iconografici
peculiari.
IL PESO DEI CANALI
DISTRIBUTIVI
Se a fare la parte del leone
nell’ambito dei volumi distri-
buiti è la
grande distribu-
zione
(71% dei volumi di cui
più del 50% appannaggio dei
super), l’
horeca
non si difen-
de male, attestandosi al 18%
del volume delle vendite. Uno
spazio significativo, nell’am-
bito del fuori casa, è quello
progressivamente guadagna-
to dal
vending
con il 4% sul
totale volumi dell’acqua confe-
zionata.
LA CLASSIFICA DEI
PRODUTTORI
In Italia sono attivi
140 sta-
bilimenti
, mentre
i marchi
disponibili sul mercato sono
260;
di questi nessuno ha
quota a volume superiore al
10%, e solo una dozzina ha
effettiva copertura nazionale.
Siamo quindi al cospetto di
uno scenario molto frasta-
gliato all’interno del quale,
sempre secondo Beverfood,
i
primi 4 produttori
(Sanpel-
legrino Nestlé Waters, Nor-
da/Gaudianello/Sangemini
e San Benedetto, Fonti di
Vinadio)
detengono il 51%
della produzione
nazionale.
Se il conteggio si estende ai
primi otto produttori (i quat-
tro precedenti più Ferrarelle,
Cogedi, Spumador e Lete) si
arriva al 71%dellaproduzione
nazionale. Se poi ragioniamo
in termini di top ten, ecco che
al nono posto appare Coca-
Cola con le Fonti del Vulture
e al decimo Pontevecchio.
M
4%
del totale dei consumi di
acqua confezionata sono
prerogativa del vending
73%
dei consumi sono
appannaggio delle acque
oligominerali