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L’autore è Consigliere dell’Istituto

Internazionale Assaggiatori

Caffè e Amministratore del

Centro Studi Assaggiatori

www.assaggiatoricaffe.org

T

alento nell’assaggio: negli anni ho ri-

cevuto più di qualche e-mail in cui lo

scrivente (o la scrivente) asseriva, senza

tema di smentita, di avere speciali ca-

pacità olfattive o gustative. Talvolta cir-

costanziava l’affermazione riferendo di parenti

e amici stupiti e incantati da questa sua dote.

Partiamo dal presupposto che la scienza ha

dimostrato variazioni importanti e notevoli

nella percezione di ciascun individuo, un po’

per genetica, un po’ per ragioni sociali, un po’

per esperienza (e limitandomi a questi tre soli

fattori stopeccandodi riduzionismo, loso).Ora,

credo poco nel talento e molto nell’esperienza.

È in quest’ultima che troviamo la chiave di volta

dell’intera questione: se sappiamo come cata-

logarla possiamo costruire un archivio enorme

nel tempo.

Ma a livello tecnico quali consigli dare?

Qui ci viene in aiuto

Best Coffee Taster

, la

gara di assaggio organizzata dall’Istituto In-

ternazionale Assaggiatori Caffè (Iiac). È giunta

alla sua seconda edizione e nella prima, nel

2014, ha visto mettersi alla prova 175 persone,

assaggiatori Iiac e non (la gara è aperta a tutti

perché è soprattutto un formidabile strumento

di diffusione dell’analisi sensoriale del caffè,

se volete partecipare trovate le date a

www. assaggiatoricaffe.org).

A inizio gara diamo ai partecipanti alcune sem-

plici raccomandazioni (semplici a parole più

che nella pratica). Innanzitutto gli raccoman-

diamo di essere il più possibile coerenti, cioè

di valutare con lo stesso metro i vari campioni

di caffè che si troveranno davanti. Il punto è

che l’analisi sensoriale è una misurazione del

percepito, il chevuol dire ricondurreamaggiore

oggettivitàpossibilequantoc’èdi piùpersonale

e soggettivo al mondo. Quindi chi dimostra di

muoversi in coerenza guadagna punti. Consi-

gliamo anche a tutti i partecipanti di fare molta

attenzione a quella che si chiama taratura: è

un’operazione che serve essenzialmente a fare

in modo che gli assaggiatori condividano il più

possibile lo stesso metro di giudizio. Qui fa

molto il carattere della persona, la sua capacità

di ridefinire il suomodo di valutare per cercare

di armonizzarsi con il gruppo. Chi dimostra

una maggiore collimazione (questo il termine

tecnico) guadagna punti. E infine raccoman-

diamo a tutti di misurare con attenzione gli

aspetti più specifici di ogni tazza, di cogliere

i dettagli: i più bravi sono quelli che cercano

le differenze tra i campioni, che discriminano

come si dice in gergo.

Alla fine il vincitore della gara può dormire

sonni tranquilli e cullarsi nella gloria?

Se ha studiato analisi sensoriale non indulgerà

in questo peccato: sa che il giorno dopo la sua

stessa sensibilità potrebbe essere variata e ma-

gari renderlo meno efficace nell’assaggio. Ma

sa anche che l’analisi sensoriale è un lavoro di

gruppo e che non sarà mai solo a farfugliare

descrizioni più o meno poetiche di caffè ma

potrà contare su profili validati dalla statistica,

qualcosa che che altri solo sognano.

M

Chi fosse interessato a contattare l’autore può farlo

scrivendo a:

carlo.odello@assaggiatori.com

Global Coffee

GLI ESPERTI

Nell’assaggio conta più

l’esperienza del talento

CARLO ODELLO

L’ANALISI

SENSORIALE,

UNA MISURA DEL

PERCEPITO CON

LA MAGGIORE

OGGETTIVITÀ

POSSIBILE

DI CARLO ODELLO