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D

al 1° luglio, per il dipendente è più conve-

niente utilizzare i buoni pasto elettronici

perché è stata elevata la soglia di esen-

zione fino a 7 euro contro i 5,29 euro dei

voucher di carta. L’obiettivodel legislatore,

oltre ad aumentare la soglia di spesa esente per i

dipendenti tende ad incentivare l’uso di strumenti

elettronici utili per una maggiore tracciabilità e

controllo della spesa (o lotta all’evasione!?)…

Il buon pasto in sintesi

Il legislatore per favorire i datori di lavoro non

dotati di mensa o prestazioni similari alternative,

ha incentivato l’uso dei buoni pasto con la loro

detassazione al fine di evitare che il dipendente

perda tempo e produttività nell’allontanarsi dal

posto di lavoro per consumare il pasto.

Negli anni l’uso del buono pasto si è diffuso am-

piamente. Ricordiamo che per il datore di lavoro

la concessione del buono pasto non è un obbligo!

Essova consideratoalla streguadi unbenefit; deve

interessare lageneralitàdei dipendenti (anchepart

time) o categorie omogenee di essi e va specificato

anche nel contratto di assunzione.

Il buono pasto non è cedibile, né commercia-

lizzabile né convertibile indenaro

. Va usato per

il suo valore facciale nel senso che

non permette

la restituzione di resto in denaro

per acquisti

di importo inferiori (es. per pagare solo un caffè).

Inoltre

non può essere utilizzato per ricevere

prestazioni diverse

da quelle per cui è attribuito.

I buoni vanno distribuiti in base alle giornate

di presenza effettiva al lavoro, anche se festiva

o anche se l’orario di lavoro non contempla la

pausa pranzo.

In lineadimassima il buonopastoconviene a tutti:

al dipendente perché può comprare il pasto

con l’esenzione fiscale e contributiva fino a 5, 29

euro (7 euro dal 1° luglio se in formato elettroni-

co). Se il buono è di valore superiore, l’eccedenza

costituisce retribuzione tassabile;

al datore di lavoro perché il costo sostenuto

per i buoni pasto è interamente deducibile dal

reddito e l’iva al 4% è detraibile;

alla società emittente i buoni, che cura lagestio-

ne del buono, guadagnando nell’intermediazione

e favorendo i consumi.

Dal 1° luglio 2015 esente fino a 7 euro

Negli anni il buono pasto è stato utilizzato da

molti anche in modo diverso da quello per cui è

nato (adesempioper fare la spesa al supermercato

o comprare beni non alimentari) anche perché i

voucher cartacei sfuggono ad ogni forma di trac-

ciabilità di uso.

Per evitare usi impropri, il legislatore alzando

la soglia di esenzione incentiva l’uso di buo-

ni elettronici promuovendone la tracciabilità

nell’utilizzazione.

Per il dipendente ilmaggior poteredi spesa esente

stimato in oltre 200 euro annui in più, viene bilan-

ciatodall’accettazionedi poter essere controllati. Il

datore di lavoro gode di una più agevole gestione

pratica rispetto ai voucher di carta, oltre alla mag-

giore deducibilità fiscale e al fatto di concedere

maggior potere di acquisto ai propri dipendenti.

Le società emittenti invece, potranno avere tem-

pestivamente informazioni importanti anche per

profilare i gusti e preferenze degli utilizzatori.

Ma chi ci guadagna maggiormente è il Fisco.

Difatti i buoni elettronici dovrebbero scongiurare

soprattutto l’uso di buoni in modo cumulativo

oltre la soglia di deducibilità giornaliera (la citata

spesa al supermercato!).

Si ricorda che l’uso di buoni oltre i 7 euro al

giorno obbliga il datore di lavoro ad operare e

versare le ritenute di legge.

Quindi il contrasto all’evasione è evidente!

M

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mixer

ottobre 2015

Il commercialista

gli esperti

Più vantaggi per tutti

Il dr. Walter Pugliese

risponde alle domande

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it che verranno

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di Walter Pugliese

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