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Filippo Sisti

non ha dubbi: «Fondamentale, è conoscere

davvero le materie prime e lavorarle in sinergia con la

cucina. La capacità di manipolare e trasformare prodotti

anche poveri permette di risparmiare e di garantire alta

qualità. Attenzione, però: per farlo con esito servono

competenza e organizzazione. Nonché molto tempo: per

esaltare i drink con affumicature, infusioni, carbonature,

invecchiamenti, macerazioni, fermentazioni e profumi,

occorrono in genere tra i quattro e i cinque giorni di

lavoro». Sulla stessa linea il barman

Diego Re

, trainer

Planet One Milano

e

Metro Academy

, e responsabile

dell’

Open

di Como: «La parola chiave è razionalizzazione:

è essenziale annullare gli sprechi e utilizzare nella sua

totalità ogni ingrediente, sfruttando

la cucina qualora il locale ne sia dotato. Così, per esempio,

io recupero il bagnomaria dei gamberetti e lo trasformo

in zucchero liquido e preparo il Black Russian con vodka

aromatizzata al caramello e con kahlua aromatizzata alla

cannella, servito con il tiramisù della casa (14 euro)».

Per il barman siciliano

Giuseppe La Sala

, responsabile

Ma come contenere

i prezzi dei drink e

mantenere una buona

qualità di spirits?

Bartender

mixology

filippo sisti

e i suoi cocktail

Giuseppe La Sala

diego re